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10013019_10201769387652955_1207544208_nBorn in Sicily, il cavolo vecchio di Rosolini è il titolo della giornata dedicata al nuovo presidio Slow Food, che si è svolta venerdì 21 marzo presso l’azienda agroittica Macrostigma. In una sala gremita di gente, molti i produttori, giovani soprattutto, che hanno manifestato il desiderio di sapere di più sulle prospettive di sviluppo agroalimentare che potrebbero derivare dalla nascita del nuovo presidio, il cavolo vecchio di Rosolini. Un tesoro ritrovato si potrebbe dire, dato il rischio di estinzione quasi certa a cui andava in contro. “Lo abbiamo recuperato anche grazie all’impegno di circa 10 giovani rosolinesi che oggi hanno costituito l’associazione Brassicari Rosolinesi – afferma il Dott. Giuseppe Cicero, dirigente regionale, il primo a prendere la parola nel corso del convegno.
Il nuovo  Presidio sarà esposto al Salone del gusto di Torino insieme agli altri prodotti di Rosolini.  “Abbiamo il dovere di  sfruttare questa occasione  – afferma Cicero – non solo per valorizzare la nostra biodiversità, da salvaguardare, ma anche perché, come attestano i dati delle recenti analisi scientifiche, ha un potente antitumorale tre volte superiore rispetto alle altre brassicacee”. 
Una motivazione in più per dare sostegno a chi produce. “L’impegno più grande però – prosegue – deve provenire dagli stessi rosolinesi”. E l’invito viene accolto da chi ha costituito l’associazione dei Brassicari. “Ci dobbiamo sforzare non tanto nel far conoscere il cavolo vecchio ma nel farlo riconoscere, dando supporto e sostegno ai produttori”, afferma il Presidente dei Brassicari Rosolinesi, Piergiorgio Gerratana.
Carmelo Maiorca giornalista di Slow Food, illustra le prospettive dei presidi in Sicilia per la salvaguardia dei prodotti a rischio di estinzione. In Sicilia, i presidi sono 38 circa, ma l’obiettivo di Slow Food con il supporto dell’Assessorato alle Risorse Agricole e Alimentari è di arrivare entro l’anno a circa 50, significa quasi il 25 % dei tutti i presidi italiani”.
Non sono mancati gli interventi tecnici, come quello del Dott. Domenico Nevoso, esperto di marketing territoriale, il quale si è soffermato sugli strumenti economici da impiegare per lo sviluppo del territorio, puntando sulla tipicità, sulla multifunzionalità, sulla ristorazione. “Il prodotto tipico non può rimanere un simbolo di identità – afferma Nevoso -.  Si deve comprendere cosa fare di questo valore, che dà notorietà e riconoscibilità tracciando un modello di sviluppo economico da cui creare rete di occupazione”. In tale ottica, il prodotto, con il suo territorio, deve essere raccontato dando voce a chi produce. “Importante il ruolo da affidare alla comunicazione tradizionale, ma soprattutto a quella innovativa mediante l’impiego monitorato dei nuovi media, dei social network e dei blog tematici, messi a sistema in una logica di branding”, ha affermato Francesca Landolina, esperta di comunicazione e nuovi media e food blogger. 
Tra le autorità presenti, il vice sindaco di Rosolini, Salvo Latino, che ha accolto gli input emersi, anticipando l’impegno comunale nel sostenere e portare avanti la valorizzazione del Presidio e nel raggiungere obiettivi futuri importanti, tra i quali l’ottenimento di una DOP. 
A moderare il responsabile della comunicazione regionale della Soat di Siracusa, Maurizio Scollo, il quale ha ribadito la mission della legge sul Born In Sicily per il recupero e la salvaguardia dei prodotti siciliani. In chiusura, si è tenuta la degustazione del cavolo vecchio di Rosolini, proposto come ingrediente versatile nelle pietanze dello chef Giuseppe Catanese, rosolinese, e come ingrediente nella pizza del pizzaiolo Vitaliano Fronterrè, premiato di recente come miglior pizzaiolo di Sicilia.