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Carne cancerogena, nuovo capitolo nella querelle più lunga degli ultimi mesi. Stavolta la secca smentita arriva da Confartigianato Sicilia per bocca del suo presidente Filippo Rabisi: "La campagna lanciata dall’OMS puzza di bruciato. È troppo generalizzata e ha una eco spropositata proprio qui in Italia, dove rischia di penalizzare un filiera straordinaria che non ha eguali in Europa. Un gravissimo danno economico pure per la Sicilia, dove diverse imprese artigiane operano proprio nel settore della carne. Nell’isola sono oltre 100 le imprese artigiane della trasformazione e lavorazione delle carni, che danno lavoro a oltre 500 persone, senza contare l’indotto".

Rabisi prosegue con le sue argomentazioni: "L’indagine Oms sta creando un panico immotivato, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è sottoposta a controlli. In più, i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione culinaria nostrana. Infatti non hanno nulla da spartire con le metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura di tipo naturale a base di sale garantite dalle lavorazioni dei laboratori artigiani. È noto già da tempo che sono gli additivi ad essere nocivi, se usati in modo esagerato".

Il presidente di Confartigianato Sicilia conclude: "Ora il rischio è che i consumatori incorrano in paure ingiustificate che nel passato, per situazioni analoghe, hanno provocato senza ragione una psicosi nei consumi che è costata migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo. Le imprese artigiane di insaccati hanno da tempo investito volontariamente nella maggiore trasparenza possibile dell’informazione e nella rintracciabilità in etichetta. Due sistemi fondamentali per garantire i consumatori. Questo nuovo falso allarme conferma la necessità di accelerare nel percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi. È questa la vera battaglia che l’Italia deve fare in Europa, prima ancora di permettere il consumo di insetti e alghe che non rientrano nella nostra cultura".


Fonte: Confartigianato Sicilia/web