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provvidenza-grassi-2Sono già stati trasferiti i tre carabinieri in servizio a Messina che si erano resi protagonisti di un increscioso episodio nell’ambito delle indagini su Provvidenza Grassi. I tre, in un “fuori onda” durante un’intervista telefonica con un inviato della trasmissione “Chi l’ha visto?” di RaiTre si erano lasciati andare a pesanti insulti nei confronti di Provvidenza – definita “puttana” e “zoccola” – e del padre “un coglione” che “rompe sempre i coglioni in caserma”.

I tre militari, assegnati alla Caserma di Tremestieri, sono però già stati trasferiti. L’Arma ha infatti deciso, dopo alcune ore di riflessione, di spostare altrove i tre responsabili dell’episodio. Attenzione quindi a non fare di tutta l’erba un fascio, come si suol dire. I Carabinieri, come i RIS e la magistratura stanno lavorando a tempo pieno per risolvere una volta per tutte il mistero della morte di Provvidenza.

Di mistero purtroppo si deve parlare, perché, se in un primo momento sembrava certo che fosse stato un incidente stradale autonomo a causare la morte della ragazza, ancora molti elementi non funzionano. C’è la telefonata partita dal cellulare di Provvidenza l’11 luglio e diretta al numero di casa. C’è un’altra telefonata, addirittura il 20 luglio, secondo quanto afferma il fidanzato Fabio Lo Schiavo, che quindi dice di aver ricevuto la chiamata ben dieci giorni dopo il presunto incidente.

Da considerare anche l’ormai famosa “pista calabrese”, tra le altre cose alla base della telefonata di “Chi l’ha visto?” ai Carabinieri, che poi terminò come già descritto. La riassumiamo in poche righe: una donna di Villapiana Lido, in provincia di Cosenza, ha dichiarato alla Gazzetta del Sud non solo di aver visto Provvidenza nella suddetta località, ma anche di averci parlato al telefono e, in un successivo contatto, di aver parlato con un’altra ragazza. Questa seconda persona, di nome Giada, avrebbe rivelato che lei e Provvidenza erano segregate, tenute prigioniere da due uomini di Catanzaro, che avevano anche investito un altro uomo uccidendolo, e che inoltre Provvidenza era in precarie condizioni di salute.

Purtroppo bisogna considerare, in questi casi, l’intromissione nelle indagini di testimonianze che in genere sono solo frutto della fantasia di mitomani. Di certo c’è che comunque gli inquirenti al momento non escludono nessuna pista. Maggiori dettagli arriveranno sicuramente dall’autopsia sul corpo di Provvidenza, ma per i risultati bisognerà attendere alcune settimane.

Dario Lo Cascio

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