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Cavalcata di San Giuseppe, la spettacolare tradizione di Scicli

Si rinnova anche quest’anno a Scicli la tradizione della Cavalcata di San Giuseppe. Appuntamento sabato 23 marzo, con il folcloristico evento che vede protagonisti i cavalli, riccamente bardati con manti, realizzati tessendo una miriade di fiori di violaciocca su trama di juta.

La violaciocca

Le bardature, in tutta la loro eleganza, sfileranno per le vie del centro, accompagnati dai cavalieri, nei costumi tradizionali. La festa è una rievocazione della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia e si tiene nel quartiere che ospita la Chiesa di San Giuseppe. Nacque su un residuo di quei drammi sacri che si inscenavano nel Medioevo per propiziare un buon raccolto. Gradualmente è stata assimilata dal Cristianesimo per farne una festa religiosa in onore del Santo Patriarca.

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La preparazione della bardatura dei cavalli è lunga e laboriosa. Un gran numero di persone si riunisce e lavora su un’orditura di rami di palme (oggi sostituiti da tela di juta e spugna), intessendo migliaia di violaciocche e componendo veri e propri quadri, ricchi di simboli sacri.

I cavalli sfilano prima davanti la chiesa di San Giuseppe e poi in piazza Italia, per essere ammirati dalla gente e giudicati da una commissione, che premia i migliori. In sottofondo, il frastuono dei campanacci legati ai cavalli e le urla dei devoti: “Patrià, Patrià, Patriarca!“.

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Il corteo, dopo la premiazione, attraversa le vie della città, dove vengono accesi i pagghiara, falò attorno ai quali si raccoglie la gente, in attesa del passaggio della Sacra Famiglia. Attorno al fuoco si cena e si beve insieme. Ad accrescere la suggestione della caratteristica sfilata poi, i ciaccari: fasci di ampelodesmo che i cavalieri e la gente del popolo tengono in mano, accesi, per far luce alla Santa Famiglia.

L’abbigliamento dei cavalieri è caratteristico: un paio di pantaloni di velluto, con il taglio alla carrettiera, e un gilet abbinato, di colore scuro; una camicia bianca con le maniche rimboccate, una cintura molto larga, lavorata a mano, di vari colori, dalla quale penzola, sul fianco destro, un grande fazzoletto rosso, una burritta col giummo in testa e una pipa di creta o di canna. Quattro ciaccari, due davanti e due dietro il cavaliere, a forma di croce, illuminano il percorso dei cavalli. La tradizione della cavalcata si perpetua, immutata, da secoli.

Durante la manifestazione si tiene anche la Sagra di San Giuseppe con degustazione di prodotti tipici sciclitani ‘u cucciddatu e il fagiolo Cosaruciaru.

Redazione