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Sono almeno 17 le vittime di una sparatoria in una scuola superiore in Florida, negli Stati Uniti, avvenuta nel pomeriggio di ieri (la notte in Italia). Il responsabile è stato fermato dalla polizia: si chiama Nikolas Cruz, ha 19 anni ed è un ex studente della scuola, espulso per problemi disciplinari. La sparatoria è una delle più gravi degli ultimi anni in un istituto scolastico, dopo quella di Sandy Hook (Connecticut) del 2012 in cui furono uccise 26 persone (20 erano bambini); è inoltre la sparatoria più grave mai avvenuta in una scuola superiore statunitense, considerato che l’attacco alla Columbine High School (Colorado) causò la morte di 15 persone compresi i due attentatori.

I responsabili della Marjory Stoneman Douglas High School, un campus che si trova a Parkland, a 50 chilometri nord di Miami, avevano pubblicato un avviso su Twitter segnalando che si erano sentiti alcuni spari nel comprensorio. Secondo le prime testimonianze, Cruz avrebbe attivato un allarme antincendio nella scuola prima di iniziare a sparare. In pochi minuti sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia e delle squadre speciali e hanno iniziato a evacuare la scuola, portando al sicuro gli studenti. Molti di loro hanno pensato che si trattasse di una semplice prova di evacuazione, soprattutto nelle aree del campus distanti da dove Cruz stava conducendo l’attacco.

Nelle classi vicine al percorso seguito dal 19enne le cose sono invece andate diversamente. Molti studenti si sono nascosti sotto i banchi, altri negli armadi. Alcuni di loro hanno improvvisato barricate davanti alle porte per impedire l’ingresso nelle classi, altri ancora sono scappati dalle finestre del piano terra e si sono allontanati velocemente dalla scena. La polizia ha ricevuto diverse chiamate dagli studenti nella scuola, alcuni hanno spiegato di essersi nascosti non appena hanno sentito i primi spari.