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"Mio padre era una persona buona. Lo avevamo sentito con mia sorella ancora la scorsa settimana. E anche questa volta gli avevamo chiesto di tornare a casa. Ma lui stava bene qui". La figlia di Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo dal reo confesso Giuseppe Pecoraro (leggi qui), piange a dirotto. "Papà non meritava questo, chi l'ha ucciso deve fare la stessa fine", aggiunge la donna.

Cimino aveva una casa in via Vincenzo Barone, nel cuore del Villaggio Santa Rosalia, ma dopo che tre anni fa si era separato dalla moglie era finito a vivere per strada non avendo più un lavoro. Cercava di racimolare qualche euro vendendo ferro vecchio e cianfrusaglie recuperate nei cassonetti della spazzatura e nei marciapiedi del mercato abusivo tra i vicoli dell'Albergheria.

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