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1082890_544255895641973_923927417_nLa storia che vi stiamo per raccontare ha dell'incredibile, se non fosse che quasi più nulla ci sconcerta quando si parla di pubblica amministrazione e politica.
 

Su livesicilia leggo: "Ho il timore che la Sicilia, ritrovata dopo 33 anni di onesto lavoro in giro per l'Italia, sia molto diversa da quello che si vuol far credere sia diventata". A dirlo, anzi a scriverlo, è Francesco Cuppone: figlio prestigioso e maltrattato della Sicilia.

Nella lettera al giornale online racconta la sua storia di “emigrato di lusso”.
33 anni fa, dopo la laurea, vince una borsa di studio (soldini che non vengono regalati senza che si sia una eccellenza o futura promessa) di una prestigiosa azienda internazionale e si trasferisce a Torino.

 

Lì plasma ulteriormente la sua formazione con un Master in Direzione Aziendale.

Dopo diventa Direttore Generale e Amministratore Delegato di alcune importanti aziende.

Ma la nostalgia è canaglia.
E, illuso dal “nuovo corso della politica siciliana”, prova a tornare facendo richiesta alla candidatura di Direttore Generale delle aziende sanitarie regionali.

Ora arriva il bello.
Oltre a presentare richiesta alla regione siciliana, nella quale la lista di esclusione prevedeva 652 idonei, Cuppone si era fatto avanti anche nella Regione Emilia, con lista di appena 100 idonei possibili.

Sottolineando che i due concorsi erano identici perchè conformati ad una normativa nazionale e soggetti al controllo dell'Agenzia Nazionale per la Salute (AGENAS), il nostro fratello viene giudicato non idoneo dalla sua terra natia e viene invece lodato dall'Emilia.

Perchè?
Non lo sappiamo. Ad oggi la regione Sicilia non ha risposto al ricorso presentato entro 10 giorni da Francesco Cuppone, il quale si domanda: “1) come è possibile essere considerati idonei in Emilia (la regione che detta legge in materia di buona amministrazione pubblica) e inidonei in Sicilia, la terra dove si muore di malasanità? 2) perché io avevo 10 giorni di tempo per fare ricorso contro l'esclusione e la Regione, dopo oltre due mesi dal ricorso, dimostra di non sentirsi in dovere di dare la benché minima risposta a questa istanza? ”.

Ho il timore che la Sicilia, ritrovata dopo 33 anni di onesto lavoro in giro per l'Italia, sia molto diversa da quello che si vuol far credere sia diventata” – e possiamo dargli torto?

Vediamo di sensibilizzare l'opinione pubblica perchè i controllori vengano controllati e redarguiti in caso di clientelismo e concorsi truccati!


Autore | Viola Dante, Immagine | www.sanitaincifre.it