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Confermata dalla Cassazione la condanna a due anni e sei mesi di reclusione per un palermitano di 55 anni, V.L.M.. L'uomo avrebbe maltrattato la moglie con diversi mezzi e avrebbe anche installato in casa una videocamera e un registratore per tenere sotto controllo la donna, facendola vivere in uno stato di continua prostrazione, anche quando lui era assente.

La Corte ha riconosciuto le condotte del marito come "umilianti, ingiuriose e violente": consistevano nella "privazione delle risorse economiche per fare la spesa e comperare i medicinali, danneggiamenti all’abitazione, gravi offese personali, aggressioni fisiche, monitoraggio mediante l’installazione di una videocamera e di un registratore".

La situazione ha evidenziato "un regime di convivenza connotato da plurime e frequenti, dunque abituali, percosse, lesioni, ingiurie, minacce, privazioni e umiliazioni tali da cagionare alla vittima uno stato di prostrazione fisica e morale e da configurare appieno la fattispecie incriminatrice dei maltrattamenti in famiglia".

Il marito ha provato a difendersi, affermando che la moglie si comportava come una "separata in casa". Secondo lui non era stato chiarito i"n che misura l’installazione di una videocamera e di un registratore all’interno dell’abitazione abbiano costituito condotta idonea ad integrare" il reato di maltrattamenti".