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La polizia ha arrestato due uomini, e ne ha denunciato un terzo, nell’ambito di un’indagine finalizzata ad accertare attività con finalità di terrorismo. Si tratta di tre marocchini, tra i 27 e i 44 anni, tutti residenti nella provincia di Savona (Liguria), in Italia da anni, con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e in materia di falso. 

I tre sono accusati di detenzione di sostanze stupefacenti. A loro non viene contestato il reato di terrorismo. L'inchiesta nasce da un messaggio su WhatsApp ricevuto da una ragazza di Andora (Savona) di 21 anni: nel messaggio si vede una giovane in pantaloni e maglietta, occhiali da sole sulla testa, che imbraccia un mitra in podsizione di tiro. E poi un testo che potrebbe essere in codice. Il numero risulta di un'utenza marocchina, particolare che ha fatto scattare i controlli. La polizia ha eseguito perquisizioni nei confronti di cinque persone, non indagate.

Gli investigatori hanno inviato la segnalazione alla polizia postale di Imperia che, anche con l’aiuto della ragazza, hanno ricostruito che circa tre mesi prima, transitando nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall’Africa, aveva prestato il proprio cellulare a uno dei marocchini residenti nella sttuttura, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel paese d’origine.  

Le successive indagini hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali è emerso il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo Isis. La complessa attività investigativa, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche e del monitoraggio delle navigazioni in rete, in particolare sui social network degli indagati, ha evidenziato come i tre marocchini creassero profili Facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone.