Sono state 19 le eruzioni parossistiche nell’ultimo anno e oltre 40 gli episodi di fontana di lava in tre anni nel recente periodo eruttivo dell’Etna, iniziato a gennaio 2011 e del quale traccia oggi il bilancio l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). A segnare la nuova “ricarica” del vulcano in corso, i fenomeni esplosivi con lancio di materiale roccioso essenzialmente vecchio, strappato dalle pareti dei condotti, insieme a frammenti di nuovo magma in risalita; alcuni di questi eventi provenienti da un cratere nato qualche anno prima sul basso versante orientale del cono del Cratere di Sud-Est, per cedimento del terreno, chiamato poi “pit crater”, cratere a pozzo.
Gia’ nel 2010 vi era stata una graduale ripresa dell’attivita’ ai crateri sommitali, in tutto quattro: il Cratere di Nord-Est (che e’ anche la punta piu’ alta del vulcano a 3330 metri sul livello del mare), la Voragine, la Bocca Nuova, e il piu’ giovane, nato nel 1971, il Cratere di Sud-Est. Dopo due piccoli episodi di attivita’ “stromboliana”, esplosioni con lancio di brandelli di lava incandescenti, osservati il 23 dicembre 2010 e il 2-3 gennaio 2011, il “pit crater” ha eruttato piu’ decisamente nella tarda serata del 12 gennaio 2011, producendo alti getti di lava fluida (fontane di lava) e una colata che si e’ riversata sull’alto versante sud-orientale del vulcano.
Eventi di questo tipo sono frequenti all’Etna: nel 1977-1978 il cratere di Nord-Est ha prodotto 23 parossismi, altri 22 al cratere di Sud-Est nel 1989-1999, 66 nel 2000, 15 nel 2001, e 7 nel 2007-2008. Come in passato, anche il parossismo del 12 gennaio 2011 e’ stato seguito da una lunga serie di eventi simili: 17 nel 2011 (18 se si comprende il primo del 12 gennaio), 7 nel 2012, e 13 fra febbraio e aprile 2013. Il 26 ottobre 2013, ha ripreso questa attivita’ episodica, con finora 6 parossismi, l’ultimo dei quali lo scorso 2 dicembre.