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03Un popolo, che nasce e cresce in un luogo che è espressione vivissima e strabiliante del barocco siciliano, non può che essere barocco in ogni gesto della sua vita e, ancor di più, nei momenti che lo toccano intimamente!
 
Come per la grandiosa festa di San Paolo l’Apostolo, patrono di Palazzolo e dei Palazzolesi tutti, (anche se, precisiamo, ‘baroccamente’ i palazzolesi si son divisi, fra i fedeli del succitato Apostolo Paolo e quelli di San Sebastiano, al quale è stato dato il titolo di protettore di Palazzolo).  
 
Quindi il trionfo! Alle ore 13,00 del 29 giugno, festa liturgica dei Santi Pietro e Paolo, acclamato a gran voce, Paolo, con la sua lucente spada protesa al cielo, guadagna l’uscita dal portale principale della barocca Basilica, sua dimora. Ed ecco il trionfo!
 
Difficile spiegarlo a parole. Il sole di fine giugno è forte, nessuno sta in piazza sotto di esso ad aspettare qualcosa o qualcuno. Eppure a Palazzolo la piazza e le viuzze attigue sono stracolme e, nell’attesa, il suono del grande campanone della Basilica che svolazza nella sua cella, sembrando che anch’egli voglia scendere giù ad assistere al momento, segna la fine dell’attesa e l’inizio della ‘sciuta’, del trionfo.  
 
Paolo, appena apparso, sparisce! In un istante, il suono del campanone non si percepisce più, viene coperto dai fragorosi boati di migliaia e migliaia di mortai che schizzano contemporaneamente in aria.
 
Lo stesso campanone, la facciata tutta della Basilica, insieme a Paolo, spariscono, perché in aria, in tutte le direzioni, vengono sparati milioni di volantini di carta colorata e migliaia di nastri della stessa! È un tripudio di colori e suoni! È un trionfo!  
 
È il trionfo di un popolo, devoto al suo amato patrono.  
Trionfo che si esprime in  lacrime, urla, applausi e finanche neonati issati a Lui!  
 
Non è oppio, non è “devozionalismo”, non è paganesimo. Tutto ciò a Palazzolo, è festa, è cultura, è fede, è forte ed è barocco!  
Viva San Paolo, Viva Palazzolo e Viva i  Palazzolesi. 
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