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Festa a Gangi per i 100 anni di nonna ‘Micuzza Pittinè’, ama il valzer e il lavoro a maglia

Gangi si conferma terra di longevi, ieri (3 aprile), festeggiata una nuova centenaria: nonna Domenica Murè, da tutti conosciuta con il soprannome di Micuzza Pittine’.

L’amministrazione comunale le ha consegnato una targa

A festeggiare assieme ai due figli, Santo e Cristina, i nipoti, Matteo, Domenico, Giovanni Giuseppe e Gaetano, parenti e amici, anche il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello e il suo vice Nicola Blando che le hanno consegnato una targa ricordo.

Rimasta vedova giovane ha dedicato la sua vita ai figli

Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia quella di nonna Micuzza. A vent’anni, dopo la morte della madre, si è fatta carico di crescere i tre fratelli più piccoli. Rimasta vedova giovane, ha cresciuto i due figli, Santo e Cristina.

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Aveva una bottega e confezionava abiti da sposa

Molto conosciuta per la sua antica bottega, ubicata nel cuore dell’antico quartiere di Santa Maria, di fronte la scuola elementare, dove vendeva tessuti, fili, spagnolette. Sarta molto fine e precisa tant’è che a Gangi, fino agli anni Ottanta, le fanciulle che dovevano prendere marito, per il confezionamento degli abiti da sposa, si rivolgevano a za’ Micuzza Pittinè.

Ha lavorato fino a pochi anni fa

Lavoratrice infaticabile. Di giorno gestiva la bottega e la sera, fino a notte inoltrata, confezionava abiti da sposa e preparava biscotti. Poi dal 1986, dopo aver chiuso il suo piccolo negozietto, ha continuato a lavorare a casa fino a pochi anni fa.

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Ama il valzer e sferruzzare

La sua musica preferita è il valzer. Ama mangiare le verdure e fino all’età di 98 anni ha vissuto da sola nella sua abitazione. Oggi, nonostante i suoi cento anni, ama ancora sferruzzare.

Ha voluto festeggiare con la celebrazione di una messa

Molto cattolica, ha voluto festeggiare con la celebrazione di una messa al Convento dei frati Cappuccini, celebrata da fra Salvatore Seminara, che si è chiusa con una preghiera: l’ave Maria, recitata, manco a dirlo, da zia Micuzza.

Redazione