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Gangi, cosa vedere nel borgo delle Madonie. Itinerario, cosa mangiare, perché si chiama così e quali sono le cose più belle di questo straordinario paesino dalle origini antiche. Eletto Borgo più Bello d’Italia nel 2014, ha un’anima medievale e offre moltissime attrattive. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere per visitare Gangi.

Gangi

Le origini di questo borgo medievale sono antiche. Le casette, i balconcini, i ricchi portali, le sue diciotto chiese, i palazzi signorili e i tesori artistici: basta questo piccolo elenco per sapere che c’è moltissimo da sapere.

Storicamente si identifica Gangi con la città greca di Engyon, fondata nel 1200 dai Cretesi: le diedero il nome di una sorgente. Dopo la distruzione, un nuovo insediamento sul Monte Marrone si chiamò Engio, dal latino Engium, e divenne poi la denominazione che conosciamo oggi.

La storia

Le origini dei luoghi si perdono nel mito. I Cretesi avrebbero fondato Engyon sotto la guida di Minosse, alla ricerca di Dedalo. L’uccisione di Minosse e la perdita delle navi li avrebbero costretti a restare in Sicilia. I Saraceni conquistarono Gangi nell’850 d.C. circa e vi costruiscono la fortezza di Contrada Regiovanni e la torre cilindrica ai piedi del borgo.

Nel 1067 fu la volta dei Normanni, che la liberarono da Saraceni e la assegnarono alla contea di Geraci. Dopo essere passata ai Ventimiglia nel 1271, con tutta la contea entrò a far parte dei possedimenti angioini, dopo la rivoluzione del Vespro del 1282, tornò ai conti Ventimiglia e nel 1296 passò agli Aragonesi.

Tra i secoli XVI e XVII il borgo visse un periodo di grande evoluzione, ampliandosi e arricchendosi delle opere di molti artisti, come Giuseppe Salerno e Gaspare Vazzano.

 

Cosa vedere a Gangi

Sicuramente interessante è l’itinerario Gaginiano, che coinvolte Gangi, Geraci Siculo, Petralia Sottana e Petralia Soprana e consente di avvicinarsi alle opere della dinastia dei Gagini, ma anche si conoscere un territorio straordinario dal punto di vista naturalistico (il Parco Naturale Regionale delle Madonie è una meravigliosa area verde nel cuore della Sicilia).

Sono davvero molte le cose da vedere a Gangi. La cinta muraria del Trecento racchiudeva la parte alta della città, in cui vi sono ancora oggi gli edifici più significativi. Quella più bassa si sviluppa su viuzze ripide e strette, in salita, verso il centro storico. Partendo dalla parte alta, si ammira subito la chiesa di San Paolo, edificata nel XVI secolo. Tra via Castello e corso Umberto I si incontra la chiesa dell’Abbadia, con facciata in pietra e tre ordini sovrapposti di impronta cinquecentesca.

Proprio corso Umberto I ospita i palazzi più belli: Palazzo Mocciaro, con i saloni affrescati, e il palazzo della famiglia Bongiorno, risalente al 1756, con una magnifica decorazione a trompe l’oeil nel piano nobile. Arrivando in piazza del Popolo, a dominare è la trecentesca torre dei Ventimiglia, con bifore gotico-catalane: antica torre di avvistamento, divenne torre campanaria con la costruzione della chiesa Madre.

Sulla piazza c’è la Fontana del Leone del 1931. Obbligatoria è una sosta al belvedere per ammirare la vista. Proprio accanto alla torre dei Ventimiglia c’è la chiesa Matrice: nel lato sinistro del presbiterio con la grande tela del Giudizio Universale (1629) di Giuseppe Salerno, che si firmava lo “Zoppo di Gangi”.

Pregevole è anche la chiesa della Madonna della Catena, dalla facciata cinquecentesca in muratura a vista. Qui è sepolto lo “Zoppo” Giuseppe Salerno. Sempre su Corso Umberto, c’è anche l’ottocentesco palazzo Sgadari, sede del Museo Civico. Su corso Fedele Vitale si affacciano le botteghe del XVI secolo, con i fornici che erano insieme porta e finestra-banco di vendita.

Procedendo lungo questa strada, quasi al termine, ci si imbatte nella chiesa di San Cataldo, risalente alla prima metà del XVI secolo. Altri palazzi da ammirare nella parte alta di Gangi sono i palazzi Li Destri, Piraino, De Maria, Termini e Miceli arricchiscono. Arriviamo così al Castello dei Ventimiglia, sorto nella prima metà del XIV secolo per volere di Francesco I Ventimiglia.

Terminato il giro nella città alta, passiamo a quella bassa. Tornando alla chiesa Matrice, si arriva facilmente alla chiesa del Salvatore, che custodisce il celebre crocefisso ligneo di Fra’ Umile da Petralia e l’Ascesa al Calvario di Giuseppe Salerno. Da non perdere anche la chiesa di Santa Maria di Gesù del 1710.

I musei

  • Museo Civico-Archeologico: raccoglie reperti provenienti dall’area del Monte Alburchia e da Gangi Vecchio. I rinvenimenti vanno dall’epoca arcaica all’età imperiale romana, fino all’età paleocristiana.
  • Pinacoteca Gianbecchina: è una esposizione permanente delle opere di Gianbecchina (1909-2001), pittore legatissimo alla Sicilia e a Gangi.
  • Museo dei Cappuccini: si trova nel convento dei Cappuccini e custodisce tele, paramenti e oggetti provenienti dalla chiesa.

Cosa mangiare a Gangi

Le specialità di Gangi sono davvero tante ed esaltano tutte i buoni sapori della terra madonita. Tra le pietanze imperdibili, c’è anzitutto la pasta ccu maccu, cioè ditaloni conditi con purea di fave verdi. Tra le carni, molto apprezzato il castrato al forno con patate, cioè carne d’agnellone cotta al forno e aromatizzata con vino rosso, rosmarino e spezie.

Nel corso della Quaresima, si è soliti mangiare il baccalà fritto con contorno di finocchietto selvatico. Anche i dolci rispettano le tradizioni: a Natale trionfa la cucchia, pasta frolla ripiena di mandorle, uva passa e fichi secchi (simile al buccellato). In estate e autunno i mastacuttè, cioè biscotti di farina, zucchero e succo di fichidindia.

Delizioso anche il caciocavallo di Gangi: un formaggio pecorino di primo o secondo sale, stagionato e con grani di pepe. Rinomata anche la salsiccia secca. Foto: Michele UrsinoLicenza.

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