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Lo showman siciliano ha ricevuto ieri martedì 21 maggio il “Sigillo di Ateneo” dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, la riproduzione del timbro apposto in un diploma di laurea datato 11 ottobre 1588.

Tra battute e risate il rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini, più volte simpaticamente interrotto dal mattatore TV, ha conferito a Rosario Fiorello il Sigillo d’Ateneo con queste motivazioni: “Osservatore attento dell’uomo, ne interpreta le istanze più profonde con spirito pungente, che mai si discosta dal garbo. Fiorello racconta e la sua grande forza comunicativa si imprime lungo la linea estesa di una riflessione sulla realtà e sui suoi paradossi, a cui sottrae peso col riso“.

Il rettore ha ricordato i successi dello showman siciliano dalla radio alla TV e i nuovi format televisivi come “Viva Rai2!” che ha raggiunto grandi risultati in termini di share e di ascolti e poi ha aggiunto: “Il suo talento assume un rilievo fuori dall’ordinario che l’Università di Urbino Carlo Bo intende riconoscere insieme all’innata capacità dell’artista di operare feconde contaminazioni, tra le varie espressioni della sua fantasia liberatoria, che lo rendono sempre più un testimone credibile del nostro tempo”.

Lo showman non ha potuto fare a meno di trattenere la sua verve comica e rivolgendosi alla mamma presente in sala ha esclamato: “Guarda mamma, ce l’abbiamo fatta, di riffa o di raffa qualcosa l’abbiamo acchiappata”.

I 40 anni di carriera e l’esilarante lectio magistralis

L’artista siciliano ha definito questo riconoscimento “troppo importante” e ha dato il via a un esilarante lectio magistralis parlando della sua carriera dagli esordi fino ad oggi. “La mia vita è un po’ particolare – ha detto sottolineando di aver rincorso da giovanissimo un futuro da calciatore”, e ricordando come il suo successo sia nato quasi per caso: “Tutto quello che mi è accaduto io non l’ho mai cercato”.

E poi ha intrattenuto gli oltre 600 studenti con tanti aneddoti sulla sua sfolgorante carriera che dura da ben 40 anni, dalla prima recita scolastica nel ruolo di Ulisse all’impatto con il pubblico, fino al primo “meraviglioso” applauso, il villaggio turistico di Augusta, lì dove il capo villaggio Enzo lo convinse a fare l’animatore: “Tu devi stare in mezzo alla gente, fidati è il tuo destino. Mentre camminavo verso l’uscita ho pensato che se avessi superato quella sbarra sarei tornato alla mia triste vita. Feci marcia indietro e quella è stata la mia sliding doors, che mi ha permesso di essere qui oggi”.

Un insegnamento prezioso che lo showman ha voluto rivolgere agli studenti dell’Università di Urbino: “Da soli non si arriva da nessuna parte, c’è sempre qualcuno nella tua strada e io mi sono fidato”. E poi ha parlato del suo successo: “Non ho mai avuto la velleità di diventare famoso. Oggi il problema è che i social ci stanno indirizzando a questo. Con 10 milioni di follower ti credi dio, ma poi devi fare i conti con la realtà. Quella comunque esiste e per fortuna dobbiamo misurarci. Se dovessi rinascere – ha infine confessato – cercherei di fare entrambe le cose, studiare e lavorare. Penso che si possa fare l’uno e l’altro, io ho fatto l’altro“.

Foto tratte dalla diretta della Cerimonia di consegna del Sigillo d’Ateneo

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