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01Chi ha almeno trent’anni avrà sicuramente giocato a biglie, almeno una volta in vita sua. Questo era il gioco dei nostri genitori, che con delle palline di vetro, si divertivano a passare il tempo.

Il gioco dellu zicculu era strettamente legato alla propria abilità di tiratore di biglie: palline di vetro di diverse dimensioni, a volte decorate, che dall’effetto di una pizzicata, o per meglio dire di un calcio sulla circonferenza, praticato dallo scatto della punta dell’indice sul pollice posti a forma di ‘ok’, poteva essere fatta saltare, correre o rotolare giù per le strade o le colline di un paese. Spesso, era facile trovare un percorso per biglie in spiaggia, dove lo spazio ridotto e il terreno accidentato accontentava un po’ tutti: le mamme che volevano controllare i propri figli, e i bambini che si divertivano ad aggiungere difficoltà al gioco.

In particolare, erano due i tipi di giochi di un tempo, che venivano fatti con l’uso dellu zicculu.
Il primo era “biglie all’inseguimento”: in pratica si realizzava una pista scavando solchi nella sabbia a cui si dava la configurazione di curve e tornanti, ma anche di fosse, colline, ponti. L’obiettivo era cercare di finire il percorso nel minor tempo possibile; spesso però al gioco veniva aggiunta un’altra difficoltà, che consisteva nel cercare, avanzando, di colpire la biglia del proprio avversario.
Si giocava infatti uno contro uno e il premio finale era proprio u zicculu dell’avversario; un po’ come si faceva anche con le figurine dei calciatori: non c’era niente di più prezioso.

Nel caso di “biglia a buche” l’obiettivo finale era sempre lo stesso: cercare di portare a casa il maggior numero di biglie dei contendenti, ma il gioco veniva svolto in maniera differente. Ci si poneva infatti a scavare delle buche nel terreno, una per ogni giocatore. Ogni giocatore avrebbe poi riposto nelle cavità, tutte le biglie che aveva intenzione di mettere in palio. Veniva infine tracciata la linea di partenza, che doveva porsi, il più possibile, alla stessa distanza da tutte le buche; da qui, ogni giocatore avrebbe dovuto lanciare la propria biglia: se la biglia finiva nel buco, allora il giocatore avrebbe tenuto la sua e avrebbe preso tutte le biglie che si trovavano nella fossa, se così non fosse stato, la sua biglia sarebbe stata posta nella buca più vicina e sarebbe diventata possesso dell’avversario. Il gioco finisce sempre quando ‘ne rimane soltanto uno’, che porta a casa tutte le biglie.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto da: bbmag.babybazar.it