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Foto da www.nuok.itStanze al Genio è una casa-museo sita nella città di Palermo. L’edificio ospita gli esemplari di oltre 2.300 mattonelle maiolicate che vanno dalla fine del XVI secolo agli inizi del secolo scorso.

Nata da un’idea di Pio Mellina, con la collaborazione di Antonino Perna, Luisa Masi e Davide Sansone, la super-collezione di mattonelle decorate, venne esposta al pubblico presso le sale del palazzo Torre Piraino, di epoca settecentesca già nel 2008. L’edificio è sito a Palermo, in via Giuseppe Garibaldi 11, e oltre ad ospitare una ricca collezione di piastrelle maiolicate (più di 2.300) antiche, che vanno dalla fine del Cinquecento fino ai primi anni del Novecento, custodisce anche una collezione minore di cancelleria d’epoca e ceramica contemporanea.
Gli oggetti raccolti si trovano al piano nobile del palazzo; le mattonelle, in particolare, sono state disposte in categorie, ovvero per area di provenienza: si tratta infatti sia di mattonelle campane che siciliane; nei saloni principali è ancora visibile la decorazione in affreschi di fine Settecento/inizio Ottocento che caratterizzano Torre Piraino.

Insieme alle piastrelle, anche oggetti di cancelleria antica come bottiglie con calamai e pennini, oltre a ceramiche d’epoca contemporanea, oggetti di modernariato e vecchi giocattoli. In un ambiente attiguo, è presente anche un laboratorio che si occupa del restauro delle vecchie maioliche.
Anticamente, le piastrelle venivano ricavate da quadrati d’argilla, che poco prima di essere cotta veniva marchiata a fuoco, spesso con l’indicazione di chi la produceva. Dopodiché, le piastrelle venivano decorate a mano, e vendute. Stesso discorso accadeva con altri oggetti d’uso quotidiano, come i piatti o i vasi.
L’arte della ceramica è una tradizione millenaria, soprattutto in città quali Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, Burgio e Sciacca, in provincia di Agrigento, e infine Caltagirone, in provincia di Catania, dove sono state ritrovate ceramiche maiolicate, persino negli scavi che hanno portato alla luce, villaggi neolitici risalenti a ben 5.000 anni fa.

L’incontro tra il mondo siculo e quello greco, diede sicuramente un cambio di rotta alle lavorazioni, perché fu proprio per mano dei Cretesi che a Caltagirone venne introdotto il tornio, intorno al 1.000 a.C.
Furono poi gli Arabi a introdurre la tecnica dell’invetriatura, ovvero un metodo per rendere gli utensili in ceramica impermeabili alle intemperie. Con l’arrivo dei Normanni, la ceramica di Caltagirone aveva già acquisito una sua notorietà, che ben presto si venne a esplicare in decorazioni tipiche locali, attraverso l’uso di colori che caratterizzavano i decori dei costumi d’epoca delle donne siciliane. Fu in questo periodo che iniziò la prima produzione su larga scala delle ceramiche di Caltagirone, che iniziarono ad apparire nelle pavimentazioni dei palazzi gentilizi e delle chiese. Iniziando nel Medioevo e fino a tutto il Settecento, le splendide piastrelle decorate iniziarono ad abbellire le scalinate delle vie del centro, le facciate delle chiese o delle cappelle, i balconi dei palazzi, soprattutto grazie all’avvento del Liberty.

La casa-museo “Stanze al Genio” può essere visitata tutto l’anno su prenotazione; quest’anno si è aggiudicata il titolo di sito turistico siciliano più visitato e anche più amato, dal noto portale internazionale di viaggi TripAdvisor.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto da www.nuok.it