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Papa Francesco ha commentato oggi, in udienza generale, la prima lettera di San Pietro, in cui si spiega il senso della speranza nei cristiani: un argomento che gli ha dato modo di fare alcune riflessioni sulla mafia e i mafiosi. "Io so che voi oggi prenderete il Nuovo testamento, cercherete la prima lettera di Pietro e la leggerete adagio adagio per capire il segreto e la forza di questa lettera – ha detto -. Il "segreto" –  ha spiegato il Pontefice – è che "di questa speranza non si deve tanto rendere ragione a livello teorico, a parole, ma soprattutto con la testimonianza della vita, e questo sia all'interno della comunità cristiana, sia al di fuori di essa: se Cristo è vivo e abita in noi, nel nostro cuore, allora dobbiamo anche lasciare che si renda visibile, non nasconderlo, e che agisca in noi".

"I mafiosi – ha detto il Papa in udienza generale – pensano che il male si può vincere col male e così fanno la vendetta, fanno tante cose che noi tutti sappiamo, ma non conoscono cosa sia umiltà, misericordia e mitezza, e perché? Perché i mafiosi non hanno speranza, tenete presente questo, una persona che non ha speranza non riesce a perdonare, non riesce a dare la consolazione del perdono e avere la consolazione di perdonare". "Sì, – ha aggiunto – perché così ha fatto Gesù, e così continua a fare attraverso coloro che gli fanno spazio nel loro cuore e nella loro vita, nella consapevolezza che il male non lo si vince con il male, ma con l'umiltà, la misericordia e la mitezza".