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In Italia si vive sempre piu’ a lungo, ma si registra anche uno degli ”indici di vecchiaia piu’ alti al mondo” e ”l’incremento costante degli anziani fa aumentare la fascia di popolazione piu’ esposta a problemi di salute di natura cronico-degenerativa”, cronicita’ che aumentano col diminuire delle condizioni economiche familiari. E questo a fronte di un trend negativo della spesa dei Comuni per gli anziani. E’ la fotografia che scatta l’Istat nel suo Rapporto annuale 2014 pubblicato oggi. In particolare, al primo gennaio 2013 nella popolazione residente si contano 151,4 persone over 65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Tra i paesi europei solo la Germania ha un valore piu’ alto (158), mentre la media Ue28 e’ 116,6. In tale quadro, l’Istituto di statistica rileva che ”oltre la meta’ della popolazione ultrasessantacinquenne soffre di patologie croniche gravi”. Il diabete, i tumori, l’Alzheimer e le demenze senili sono le patologie che mostrano una dinamica ”in evidente crescita rispetto al passato”. Nella classe di eta’ 65-69 anni e 75 e oltre, le donne che soffrono di almeno una cronicita’ cronica grave rappresentano, rispettivamente, il 28 e 51%. Per gli uomini entrabi i valori salgono al 36% e al 57%. Specularmente, nel 2012 la speranza di vita alla nascita in Italia e’ giunta a 84,4 anni per le donne e a 79,6 anni per gli uomini, rispettivamente superiore di 1,3 anni e di 2,1 anni rispetto alla media europea dello stesso anno.

F.F.
Meteoweb