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Immaginare una squadra composta dai migliori calciatori che hanno vestito le maglie delle principali società pugliesi è un esercizio affascinante, un viaggio tra epoche diverse che unisce leggende e talenti indimenticati. Attingendo agli annali di Bari, Foggia e Lecce, è possibile assemblare un undici che non solo avrebbe fatto sognare i propri tifosi, ma che avrebbe riscritto le gerarchie del calcio italiano.

Per dare un senso tattico a questa selezione di fenomeni, abbiamo optato per un modulo moderno e flessibile come il 4-2-3-1, capace di esaltare sia la solidità difensiva che la straripante qualità offensiva dei singoli. Il risultato è un undici di caratura internazionale, un vero e proprio dream team che sulla carta appare quasi imbattibile. È facile ipotizzare infatti che una formazione così oggi probabilmente riceverebbe un sacco di giocate a favore sulle varie app di scommesse, data la concentrazione di classe, potenza e carisma. 

Da dove iniziare? Semplice, la costruzione di ogni grande squadra parte dalla porta. E a difesa dei pali non può che esserci l’indimenticato Franco Mancini. Menzionato a pieno titolo sia tra le leggende del Foggia che tra i giocatori più famosi del Bari, Mancini è stato un leader emotivo e uno dei primi portieri in Italia capaci di giocare con i piedi, un precursore di una caratteristica oggi fondamentale.

La linea difensiva a quattro è un mix perfetto di esperienza e spinta. Sulla corsia di destra si posiziona il romeno Dan Petrescu, colonna del Foggia di Zeman, arrivato in Puglia con una Champions League già in bacheca e capace di segnare ben 7 gol in 55 presenze, un bottino eccezionale per un terzino dal grandissimo carisma. 

Sulla fascia opposta agisce Alberto Di Chiara, un ex attaccante reinventatosi difensore di livello internazionale, i cui dribbling ubriacanti gli valsero la maglia della Nazionale. La coppia centrale è un muro invalicabile: da un lato Leonardo Bonucci, che a Bari ha iniziato la sua ascesa verso l’élite del calcio mondiale, e dall’altro Pasquale Padalino, un centrale roccioso cresciuto a Foggia, perfetto per garantire quella solidità arcigna necessaria a ogni reparto arretrato di alto livello.

A fare da schermo e da motore a centrocampo, la coppia di mediani unisce quantità e qualità. Il ruolo di regista equilibratore è affidato a Cristian Ledesma, descritto come un professionista esemplare capace di unire tecnica e sostanza, il metronomo ideale per dettare i tempi e proteggere la difesa. Accanto a lui, nel ruolo di incursore, si scatena l’inglese David Platt. Il suo impatto al Bari fu devastante, come testimoniano i suoi 15 gol in appena 35 partite, una media realizzativa da attaccante puro che lo rende l’arma perfetta per portare una minaccia costante dalla seconda linea. La loro intesa garantirebbe copertura e, al tempo stesso, un supporto continuo alla manovra offensiva, creando un ponte perfetto tra difesa e attacco.

Il potenziale offensivo di questa squadra esplode nel trio di trequartisti alle spalle dell’unica punta. Sulla fascia destra, la velocità e l’imprevedibilità di Juan Cuadrado sarebbero incontenibili. La sua capacità, affinata a Lecce, di saltare l’uomo in ogni occasione lo rende l’ala ideale per creare superiorità numerica. Al centro, a orchestrare il gioco, non può che esserci la classe cristallina di Zvonimir Boban. Anche se la sua esperienza barese fu breve, il suo talento purissimo lo consacra come il numero 10 perfetto, l’uomo capace di illuminare la scena con l’assist geniale. 

A completare il trio, sulla sinistra, troviamo un bomber implacabile: Beppe Signori. Conosciuto a Foggia come “BeppeGol”, la sua esplosione sotto Zeman lo ha trasformato in uno dei più grandi cannonieri italiani. Schierato come attaccante esterno, avrebbe la libertà di convergere verso il centro per scatenare il suo tiro micidiale, aggiungendo un’incredibile dose di pericolosità all’attacco.

Il compito di finalizzare questa impressionante mole di gioco spetta a un centravanti che del gol ha fatto la sua ragione di vita: Igor Protti. Con 51 reti in 119 presenze con la maglia del Bari, Protti ha dimostrato di essere un finalizzatore letale, un rapace d’area di rigore capace di trasformare in oro i palloni serviti dai suoi compagni. La sua presenza come terminale offensivo garantisce concretezza e un punto di riferimento costante per l’intera squadra. Questa formazione, pur rimanendo confinata nel regno dell’immaginazione, rappresenta la summa del talento calcistico transitato in Puglia. Un mix esplosivo di fisicità, tecnica, genio e senso del gol che, se avesse mai calcato un campo da gioco, avrebbe sicuramente lasciato un’impronta indelebile nella storia del calcio.