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La pizza fa male alla salute. A dirlo è Chiara Manzi, nutrizionista, che ha affermato che la pizza preparata e cucinata secondo la tradizione non è un toccasana per il nostro organismo:

“Ci sono alcuni nutrizionisti e dietologi che si dividono in base alle loro idee personali su quali alimenti possono essere più o meno adatti per un certo tipo di dieta. Il nutrizionista preparato invece non ha idee personali ma si attiene a ciò che è evidence based. Scienza significa ricerca. Risultati oggettivi e dati dimostrabili che, se applicati alla nostra cucina, quella tradizionale, consente un’alimentazione sana, senza rinunce, sensi di colpa, insomma senza alcuna dieta”, ha spiegato a Lettera Donna la dottoressa Manzi.

Ma perché la pizza fa così male? 

“Perché è ricca di grassi, ammazza le arterie per l’alto contenuto di sale, spesso è bruciacchiata e quindi cancerogena ed essendo ricca di calorie mette a dura prova la linea”, spiega la nutrizionista a Lettera donna, che ci tiene a specificare che le sue non sono opinioni personali, ma sono evidenze supportate dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per capirlo.

“Il mio obiettivo non è demonizzare la pizza, ma applicare la scienza della nutrizione alla cucina della tradizione”, specifica la dottoressa, che tuttavia vuole rassicurare gli amanti della pizza: “Esiste un modo alternativo per cucinarla in modo sano, senza rinunciare alla tradizione e al gusto”.

Il metodo alternativo proposto dalla Manzi prevede una cottura senza bruciacchiature, quindi realizzata con un cosiddetto "forno rotante". L'impasto, poi, deve includere farine di grano tenero, "farina di tritoredeum, un cereale ibrido no Ogm nato tra grano duro e orzo selvatico, semi di lino e Teff in grani, cereale integrale originario dall’Etiopia. Si tratta di un semilavorato che contiene anche un mix di quinoa e amaranto in grani, farina di greme di grano e fibre vegetali". Il sale deve essere poco, la mozzarella light e la salsa di pomodoro a cottura lenta.