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Si riporta parte dell' ìntervista fatta al filosofo e pensatore americano Peter Singer che sta facendo discutere parecchio, sul contenuto e sulla crudeltà delle parole pronunciate. Con la speranza che la nostra nazione, seppur bigotta, seppur stupida, seppur piegata in due dalla crisi economica mantenga inalterato il sistema sanitario nazionale e il concetto di ETICA.

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"Sopprimere i bimbi disabili per ridurre i costi sanitari"

Sarebbe questa la tesi choc emessa dal filosofo Peter Singer che sta facendo discutere, distruggendo in un solo colpo, il principio dell'intera umanità: l’amore per il prossimo. 

Il filosofo Peter Singer in una recentissima intervista radiofonica, ha ribadito il suo pensiero: i bambini disabili o gravemente ammalati non debbono essere curati.

Perché questo pensiero così immorale?

Per una regola fondamentale che vede un pareggio o un guadagno fra costi e benefici. Secondo il filosofo australiano, trapiantato negli Stati Uniti e diventato famoso per le sue teorie sul razzismo dell’umanità, non ha alcun senso che le aziende ospedaliere sprechino soldi per la cura di bambini gravemente disabili o gravemente ammalati soprattutto se si è consapevoli che quella cura non servirà a guarire il paziente.

Durante l’intervista, è stato più volte chiesto a Singer se questa sua idea avrà eco negli Stati Uniti, ed il filosofo, quasi orgoglioso, ha annunciato che molti medici (anche grazie alle riforme sanitarie promosse da Obama) stanno già seguendo la sua teoria, consapevoli dell’importanza di un riscontro fra costi e benefici delle cure.

Il parere agghiacciante di SINGER: 

Molte decisioni dei medici sono già dettate dall’ esigenza di ridurre i costi.

Il problema – continua ancora Singer – è che l’America spende troppi soldi per la cura dei pazienti senza tuttavia giovare di grandi successi.

Conclude infine il filosofo pensatore australiano

“penso che la sostenibilità etica della soppressione dei disabili gravi attraverso l’ eutanasia NON volontaria è una linea di pensiero che avrà enorme successo!”

(fonte il Giornale.it)

 

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