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«È Natale, dottoressa, mi aiuti». Con queste parole Fabrizio Corona ha chiesto al pm Alessandra Dolci di “dargli una mano” a uscire dal carcere, nel corso dell’udienza davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano, che dovranno decidere se confiscare o meno la sua casa sequestrata insieme a 2,6 milioni di euro in contanti.

«Se il suo obiettivo è uscire di galera – ha risposto il pubblico ministero – faccia tesoro delle sue esperienze». Poco prima in aula c’era stato un botta e risposta tra il pm e l’ex fotografo dei vip. «Io ho avuto molto tempo per studiare in carcere. La relazione del pm sulle imposte evase – ha sostenuto Corona nelle dichiarazioni spontanee – è clamorosa e piena di bugie». Il pubblico ministero, che ha chiesto ai giudici “l’ammonizione” dell’imputato, il quale subito ha ribattuto: «Io ho il diritto di difendermi. Se in un atto c’è qualcosa di non vero, io lo devo dire. Siamo in un Paese civile, non lo faccio solo per me, ma per tutti i cittadini italiani».

I legali di Corona, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, ha tentato di dimostrare che il suo appartamento a Milano venne acquistato dalla sua società Fenice senza alcuna irregolarità. «Le ho già pagate le imposte su quella casa, ha detto l’imputato rendendo dichiarazioni spontanee; quante volte mi dovete fare pagare?». E ancora: «Se mi fate lavorare, guadagno 5 milioni di euro in un anno e ve li do, così sono pulito e nessuna Procura della Repubblica potrà più perseguirmi». Il pm ha replicato: «Riferisca di fatti nuovi, gli atti di cui parla sono noti al Tribunale e sa leggere da solo».