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L’Arte della Gioia, trama e curiosità sul romanzo di Goliarda Sapienza

L’Arte della Gioia, trama e tutto quello che c’è da sapere sul romanzo di Goliarda Sapienza. Quando è stato scritto, chi sono i protagonisti, le curiosità, la fiction del 2023.

L’Arte della Gioia

L’Arte della Gioia è un romanzo di Goliarda Sapienza, scrittrice di origini siciliane. La stesura è iniziata nel 1967 e terminata nel 1976. L’autrice riesce a fare pubblicare la prima parte solo nel 1994. È Angelo Pellegrino, marito di Goliarda, a farlo pubblicare integralmente, a proprie spese, nel 1998 (due anni dopo la morte della scrittrice), in un numero limitato di copie.

Nel 2001 la dirigente di Rai Tre Loredana Rotondo desta interesse nei confronti del romanzo, con la messa in onda di una puntata di “Vuoti di memoria alla scrittrice”, dal titolo “Goliarda Sapienza, l’arte di una vita”. Così esce la ristampa per Stampa Alternativa.

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Nel frattempo esce anche all’estero, prima in tedesco e poi in francese, ottenendo un enorme successo. Tradotto in più lingue, Einaudi lo pubblica nel 2008, Mondadori nel 2009. Il libro ispira una serie tv di Sky, con la regia di Valeria Golino, dal titolo omonimo.

Molte delle riprese per la serie sono effettuate in Sicilia, in particolare nella città di Catania. L’uscita è prevista nel 2023.

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Trama

Il libro racconta la vita di Modesta, a cominciare dalla sua infanzia e fino all’età matura. Si snoda attraverso le sue vicende, che danno vita a una vera e propria saga, attraverso fondamentali anni di storia della Sicilia. L’epoca è l’inizio del Novecento.

Prima Parte

L’Arte della Gioia inizia proprio dall’infanzia di Modesta, che vive in una famiglia molto povera, in Sicilia. Subisce una terribile violenza dal padre e il successivo gran trambusto porta a un incendio in cui muoiono la madre e la sorella disabile. La portano quindi in un convento, dove viene educata dalla Madre Superiora, Leonora, di nobili origini.

Unico amico in convento è il giardiniere Mimmo, che le racconta la vita. La morte della madre superiora, che aveva tenuto conto di Modesta nel proprio testamento, le apre la possibilità di trasferirsi presso una famiglia nobile e benestante. All’inizio Modesta crede di dover prendere i voti per condurre una vita non povera e dignitosa.

Quando arriva alla villa del Carmelo, però, capisce di poter restare in quella casa anche senza dover prendere i voti. Inizia così l’amicizia con Beatrice, figlia della madre superiora Leonora e nipote della anziana principessa a capo della famiglia, Gaia.

Entra in contatto anche con le dinamiche economiche della casa e sposa con un matrimonio di convenienza l’unico vero erede dei Brandiforti, Ippolito. Nella villa, Modesta scopre più a fondo la sessualità, anche insieme all’uomo che gestisce le terre per Gaia, Carmine. Di lui resta incinta e il bimbo viene fatto passare per figlio di Ippolito (Prando). Così Modesta è principessa dopo la morte di Gaia.

Seconda Parte

Rimasta sola con Beatrice dopo la morte di Gaia, Modesta va a vivere a Catania e inizia a capire il fardello di essere la principessa. Entrambe conoscono Carlo, dottore milanese e comunista. La famiglia Brandiforti si trasferisce in una villa al mare, villa Suvarita. Carmine va più volte a trovare Modesta ed i due passano lunghe notti d’amore e di condivisione.

Carlo, intanto, si innamora di Modesta, ma lei non ricambia. Beatrice si innamora di Carlo, lo sposa e si trasferisce con lui a Catania: insieme hanno una bimba, di nome Bambolina (Bambù). Sono gli anni Venti. Carmine muore e Modesta ne conosce i figli: con uno di essi, Mattia, inizia una relazione, cercando in lui Carmine.

Ippolito, intanto, ha un rapporto con una delle sue badanti, Inès, che ne partorisce il figlio Jacopo, lasciandolo alla famiglia Brandiforti. Modesta entra nei giri dei comunisti di Catania e si iscrive all’università. Carlo viene gravemente ferito da un gruppo di fascisti e muore.

Terza Parte

Nella terza parte de L’Arte della Gioia, Beatrice, rimasta vedova, si lascia morire. Modesta assume Stella come aiutante, insieme al figlio ‘Ntoni. Adotta anche un’altra ragazzina, di nome Mela. Modesta dà rifugio a Joyce, una ricca psicologa amica di Carlo che fugge dal fascismo. Le due iniziano una relazione che dura molti anni. Insieme si inebriano di cultura e crescono i tanti bambini.

Joyce soffre di depressione e tenta più volte il suicidio. Timur, fratello di Joyce, un fautore del nazismo in Germania, viene a cercarla a casa di Modesta. Joyce tenta nuovamente il suicidio e Modesta realizza di essersi disinnamorata di lei.

Finale de L’Arte della Gioia

Joyce lascia villa Suvarita. I bambini che un tempo animavano la villa sono cresciuti, parlano di politica e sviluppano caratteri e ambizioni. Sono gli anni del fascismo e, all’inizio della seconda guerra mondiale, i fascisti arrestano Modesta. Resta in detenzione per cinque anni e lega molto con Nina, la compagna di cella.

Le due si apprezzano e si aiutano. Vengono trasportate poi in un’isola al largo della Campania. Verso la fine della guerra, in quell’isola Modesta patisce la fame e si ammala di tifo, ma Nina le sta accanto. Si risveglia a casa e Nina, ripresa con sé la figlia Olimpia, si trasferisce in Sicilia.

Risvegliatasi a casa, Modesta sente tutte le storie della sua famiglia da Bambolina, che nel frattempo si è sposata ed ha avuto un figlio insieme con Mattia. Stella, invece, è morta dando alla luce il figlio di Prando, Carluzzu. Le tre donne attendono il ritorno degli uomini di casa dalla guerra.

A Modesta viene proposto di candidarsi come deputata, ma rifiuta. Collabora con un giornale, viene censurata da Joyce, che nel frattempo si è trasferita a Roma. Lasciata la politica e l’attività giornalistica, Modesta apre una piccola libreria. Dedica i suoi ultimi anni ad ascoltare la generazione successiva e finanziarne i viaggi e le avventure. Trova anche l’amore. Così si conclude la saga de L’Arte della Gioia.

Redazione