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Vietato stendere le mutande. Sì, avete capito bene. Siamo a Carrara, dove il sindaco del PD ha preso questa strana decisione. Ecco l'articolo dell'autorevole "Italia Oggi".


A Carrara, terra di anarchici e marmo, l'hanno già battezzata la guerra delle mutande.

La giunta di centrosinistra. guidata dal socialista Angelo Zubbani, e sostenuta dal Pd e da ben due varianti della sinistra radicale, Sel e Rifondazione, ha infatti riscoperto il regolamento comunale, vecchio di 30 anni, che vieta di stendere il bucato da finestre che affaccino su strade centrali e trafficate.

Come riferito ieri dal Corriere Fiorentino, da alcuni giorni i vigili urbani, passano di casa in casa, ricordando ai proprietari l'articolo 112 del regolamento sul decoro urbano e invitano, bonariamente, a ritirare i panni stesi, informando anche che, se l'ostensione dell'abbigliamento lavato dovesse continuare, si passerebbe a vie di fatto amministrative, ossia a elevare sanzioni.

Pare che a palazzo comunale, qualcuno in giunta, si mormora lo stesso sindaco, si sia un giorno indignato all'esposizione di mutande e calzini lungo le vie del centro e, convocati i funzionari, abbia impartito l'ordine alla municipale: che andassero a intimare di ritirare l'intimo.

Le donne carraresi, sulle quali ricade maggioritariamente l'incombenza del bucato familiare, hanno protestato vivacemente. Secondo il quotidiano toscano, in molte hanno telefonato o inviato mail in comune, richiedendo polemicamente l'istallazione di pubbliche asciugatrici: salvato infatti il decoro urbano, ci sarebbe da mettere in sicurezza quello dei cittadini, che avrebbero diritto a indossare indumenti puliti.

Asciugatrici gratuite come le casine dell'acqua che molti comuni progressisti mettono gratuitamente a disposizione degli amministrati per farsi anche l'acqua gasata da soli. Solo che le macchine per asciugare i panni sono per definizione le più energivore fra gli elettrodomestici e figurarsi se un comune può provvedere.

Secondo quanto scrive il giornale, «l'amministrazione comunale si difende adducendo come motivazione l'importanza del decoro urbano, soprattutto nella parte storica della città dove, troppo spesso, manifestazioni, convegni, mostre e installazioni a cielo aperto vengono incorniciate da file di pedalini e canottiere».