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Laurea ad honorem in Scienze della Formazione continua. E’ quella che sarà conferita al maestro Pippo Madè, al secolo Giuseppe Lo Cicero, il prossimo 20 marzo alle 17 nella Sala Magna dello Steri a Palermo. Il Maestro Pippo Madè ha raccontato con la sua arte pittorica la Sicilia, attraverso segni tipicamente mediterranei, che vanno oltre il semplice realismo e che, con il tratto e il colore, esprimono la storia dell'Isola, con le sue gioie e le sue sofferenze. Il suo nome  d’arte  'Madè' è nato per caso davanti un bottiglia di birra , “fu l’artista amica Virginia Zeani ad inventare, casualmente, lo pseudonimo che sino ad oggi contraddistingue la mia carriera  – racconta Madè -. L’artista esclamò allora seduti tutti insieme alla Birreria Italia, “Pippo, hai bisogno di un nome più orecchiabile, Giuseppe Lo Cicero è troppo lungo”, e così, davanti a loro, oltre alle birre, una bottiglia di una nota bibita americana che recava la scritta “made in …” fece da spunto alla Virginia Zeani per inventare il mio nome d’arte: Madè.

L'opera di Madè, attraversando sessant'anni di vita artistica e culturale, è vera e propria pedagogia di comunità, formazione continua per i giovani e per la società civile. Da autodidatta, cresciuto in una famiglia di umili origini, l'artista palermitano ha mostrato impareggiabile voglia di sapere, acume intellettuale e vivacità di spirito che lo hanno portato a dialogare con artisti come Renato Guttuso, Orfeo Tamburi, Domenico Purificato, dai quali ha saputo cogliere lezioni esemplari, trasformate in uno stile personale e inconfondibile. 

La sua arte  è caratterizzata da una tensione etica che ha portato l'artista a confrontarsi con i drammi dell'emigrazione, del lavoro, della droga, dell'emarginazione, ma soprattutto con la violenza della mafia, al punto da correre rischi personali e per la propria famiglia. L'itinerario spirituale di Madè è pure segnato dal rapporto con il Pinocchio di Collodi e dai temi sacri dedicati a San Francesco d'Assisi, oltre che dalla sfida di raccontare la Divina Commedia. 

Ha saputo esplorare ogni possibilità espressiva su vetro, terracotta, lava, metalli e altri materiali più o meno preziosi, oltre che lavorare con l'acquaforte, l'acquatinta, il bulino e l'incisione. Ha portato le sue opere nelle più importanti metropoli internazionali, da Parigi a Vienna, da New York a Los Angeles. L'artista siciliano è stato maestro per tanti giovani, precettore classico e al tempo stesso modernissimo, capace di insegnare l'arte e l'amore per l'esistenza. 

La laudatio sarà a cura del professore Gioacchino Lavanco, coordinatore del corso di laurea in Scienze della Formazione continua dell'Ateneo di Palermo, a seguire la lectio magistralis del Maestro Madè, dal titolo ”Una vita d’arte per l’arte”. Sarà presente il rettore Roberto Lagalla.