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La storia di Lidia, 105 anni e grinta da vendere: «L’importante è che la testa continui a funzionare»

Il Corriere della Sera fa tappa in Sicilia, per raccontare la storia di Lidia Benedetti. Lidia, nello scorso mese di ottobre, ha spento 105 candeline, ed è una degli oltre 17mila anziani che in Italia hanno superato il secolo di vita.

La storia di Lidia Benedetti

Da 24 anni la città di Palermo ha adottato Lidia, che è nata a Ferrara. È circondata dall’affetto della sua famiglia: decine di nipoti e pronipoti, che la vanno sempre a trovare. Alla domanda di rito, quella sul segreto della sua longevità, risponde in modo semplice e con ironia: «Non saprei. Non seguo un’alimentazione controllata, nonostante mia nipote Valentina cerchi di propinarmi minestrine. Sono vecchia, mica malata», spiega.

«I miei familiari – aggiunge Lidia Benedetti – sostengono che il mio elisir di lunga vita siano i broccoli di cui sono ghiotta». I ricordi del passato sono vividissimi nella sua mente. È partita alla volta dell’Africa con i genitori e il fratello, quindi è fuggita dopo la guerra da Mogadiscio. Aveva 17 anni quando ha lasciato Ferrara: è partita per la Somalia con i suoi, perché suo padre era un ufficiale dell’esercito.

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In Africa ha conosciuto Gaetano, un palermitano, che è diventato suo marito. Il loro è stato un colpo di fulmine, con un amore durato per più di 60 anni. Gaetano è morto nel 1998. Dal loro matrimonio sono nati 4 figli. In un primo momento, hanno vissuto in Africa, poi è stato necessario scappare. Hanno vissuto prima a Como, poi a Palermo. Oggi Lidia vive con due dei suoi figli, Filippo e Franco. Non ha una badante, al Corsera spiega di non averne bisogno.

Si sveglia presto al mattino, fa due passi in terrazza, ogni sera sente al telefono la figlia Sara, che vive a Milano. Il suo desiderio, quando non ci sarà più, è di essere cremata e portata a Ferrara. Una tempra forte, quella di Lidia Benedetti. Quando aveva 102 anni, si è rotta il femore, e ha lasciato senza parole i medici. Dopo soli tre giorni e un intervento chirurgico, è tornata a camminare. Da quel momento è uscita di casa solo una volta, per festeggiare il suo compleanno.

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«L’importante è che la testa continui a funzionare», afferma. Uno dei figli che vivono con lei ha avuto il Covid e, naturalmente, la sua famiglia si è molto preoccupata: «Ma io sono sopravvissuta a due guerre, alla spagnola e pure a questa pandemia», replica con fermezza.

Redazione