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"Cetrioli di mare", "unicorni di mare" o più scientificamente pirosomi. Recentemente sono stati avvistati in grandi quantità sulla costa occidentale degli Stati Uniti, grazie alle segnalazioni di numerosi pescatori che li hanno trovati incagliati nelle loro reti e devono quotidianamente "combattere" con la loro presenza. Ma il fenomeno sta spingendo i grandi scienziati a indagare su di loro

I pirosomi appartengono all'ordine dei Tunicati. Sono a forma di cilindro cavo e le loro dimensioni possono andare da pochi centimetri a 3-4 metri. La loro struttura è trasparente e luminescente a causa dei molti batteri luminosi che vivono sul loro corpo. Emettono di solito una luce verde-giallastra, che varia se la colonia viene sollecitata, passando al rosso o al bianco. Infine si riproducono sia per via sessuale sia per via agamica, mediante gemmazione. Sono organismi abbastanza diffusi nel Mediterraneo, dove vengono chiamati lucie, e nell'Atlantico. Per questo la loro presenza anomala nell'oceano Pacifico ha incuriosito e allarmato gli scienziati, che normalmente hanno delle difficoltà nel documentare le loro attività e la loro biologia perché durante il giorno i pirosomi si muovono nelle profondità marine.

La loro massiccia presenza, unita al fatto che si muovono in fitti branchi, ha reso molte difficoltose le attività di pesca sulla costa occidentale americana. Olivia Blondheim, studentessa diplomata presso la University of Oregon che fa parte del team di ricerca che sta studiando il fenomeno, ha sottolineato come questa situazione sia problematica ma offra anche un'occasione di conoscenza: "In questo momento stiamo cercando di imparare quanto più possibile dato che ne abbiamo l'opportunità. Però se continueremo a vederne così tanti, che impatto potranno avere sugli ecosistemi e sull'economia della pesca?".

Altro aspetto particolare di questa "invasione" è che i pirosomi di solito si trovano in alto mare, nelle acque più calde, mentre questi fitti branchi sono stati avvistati anche a Sitca, in Alaska. La presenza di queste creature era stata segnalata anche nel 2014 e nel 2015, ma in quegli episodi non si erano raggiunte le enormi quantità documentate attualmente da scienziati e pescatori. Secondo la biologa marina Lisa-Ann Gershwin, questa presenza massiccia non è comune: "Una tale abbondanza suggerisce anche che potrebbe esserci qualche ragione non naturale dietro questo fenomeno".