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Giunto alla dodicesima edizione, dedicato al cinema che non si vede, a vincere SorsiCorti due pellicole dell’Iran. Menzione speciale ad un italiano

 

PALERMO – L’Iran, un paese attraversato da guerre civili e dissidi politici ma con una tradizione cinematografica ultracentenaria, vince la dodicesima edizione di SorsiCorti. Il festival internazionale di cortometraggi che, dal 20 al 26 maggio,  ha riempito Villa Filippina ed anche il cinema Rouge et Noir, premia lo stato al centro di continui conflitti che, malgrado tutto, continua ad esprimersi in maniera originale e sincera attraverso la settima arte. Miglior corto è infatti “Retouch” di Kaveh Mazaheri, mentre la miglior regia è di Arian Vazirdaftair con il film “Not Yet”. Menzione speciale va a “Solenne triduo dei morti”, il documentario di Andrea Grasselli.

 

Dedicato al cinema che non si vede, SorsiCorti ha reso un doppio omaggio: a Fabrizio Frizzi, con la proiezione di Toy Story, il primo cartone animato digitalmente dalla Pixar per la Walt Disney Pictures a cui il presentatore recentemente scomparso ha prestato la voce, e al Festival di Venezia con “I ricordi del fiume”, il film dei fratelli Massimiliano e Gianluca De Serio sino ad ora mai proiettato a Palermo. In quell’occasione, è stato presentato anche “Massimino”, il cortometraggio di Li Donni già vincitore del Premio Zavattini 2016.

 

Organizzato dal Piccolo Teatro Patafisico, il festival che quest’anno ha fatto parte del ricco palinsesto di eventi dedicati a Palermo Capitale Italiana della Cultura, ha messo in scena una competizione d’autore tra 29 cortometraggi firmati da registi provenienti da tutto il mondo e supervisionata da giuria tecnica composta da Massimiliano e Gianluca De Serio, PierFrancesco Li Donni e Javi Navarro, regista spagnolo già vincitore della scorsa edizione del festival.


A vincere il titolo di “best short film” è stato “Retouch” dell’iraniano Kaveh Mazaheri. Il corto, del 2017, incrocia in modo sapiente, in un rigoroso tessuto della messa in scena, i fili di una solida narrazione, una grande interpretazione e direzione degli attori e una fotografia pulita e coerente, al servizio di una storia spietata che si fa metafora stessa del cinema. La scena si concentra su un angolo di casa dove il marito di Maryam fa sollevamento pesi. Il peso cade all’improvviso ferendolo alla gola. Maryam, dopo un primo tentativo di salvataggio, sceglie di restare in piedi a guardare la sua agonia. Dopo averne accertato la morte, raccoglie le sue cose e va via con il figlio. Durante la giornata fingerà di non avere notizie del marito simulando la sua scomparsa.

 

“Best director” è invece Arian Vazirdaftair che, con “Not Yet” cristallizza, in pochi minuti, con una forma perfettamente aderente al suo contenuto come sua naturale e insostituibile epidermide, una storia semplice e universale, senza tralasciare empatia dei personaggi e soprattutto grande controllo registico. Il corto datato 2016, racconta del compleanno di Hasti, una ragazza di 21 anni, che studia all’estero. I suoi genitori in Iran vogliono congratularsi con lei via Skype.

 

Menzione speciale infine per “Solenne Triduo Dei Morti”, il film di Andrea Grasselli che ritrae la costruzione di una grande impalcatura di antica tradizione, facendo coincidere l’evento ripreso, immoto nel tempo, con il racconto silenzioso e non didascalico di una comunità, muovendosi con coerenza e perizia tra reale e spirituale.