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Le carceri aprono le porte al cibo d'autore, per un "pranzo d'amore" dedicato ai detenuti e ai loro familiari. "Per me è un onore cucinare insieme a una brigata del tutto speciale, quella formata in loco con cuochi detenuti, non solo italiani: dopodomani ad Opera il pranzo natalizio sarà all'insegna della pace". Sono parole dello chef siciliano Filippo La Mantia, che il 23 dicembre attraverso il cibo cercherà di portare a centinaia di detenuti e detenute "un po' di aria familiare".

A parlare dell'iniziativa, l'AdnKronos: è da 15 anni che La Mantia abbraccia simili iniziative e, per il 2015, in coincidenza con l'apertura dell'anno giubilare, propone il cous cous come piatto "ecumenico della pace".

"Il cous cous – spiega La Mantia – materia prima che si presta a tantissimi utilizzi, nasce da un concetto di preghiera: le donne del Maghreb mentre preparano il cous cous pregano. A mio parere ha una valenza religiosa incredibile: fa comunicare il mondo cristiano con quello islamico, unisce, è simbolo di pace".

Ad Opera saranno in 320 tra detenuti e familiari a partecipare all'iniziativa "L'ALTrA cucina… per un pranzo d'amore", promossa da  Prison Fellowship Italia Onlus in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo.

"La mia cucina è siciliana – dice ancora La Mantia – ma gli altri detenuti cuochi, provenienti da paesi diversi, che saranno in cucina con me, prepareranno quel che di tradizionale portavano in tavola durante le feste. E' mia intenzione fargli passare più tempo possibile in cucina, perché questo è un momento di condivisione e di scambio".