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01La vicenda andata in scena nel Pd di Genova è emblematica. E indica che ormai Renzi e Berlusconi, insieme, decideranno i candidati del Partito democratico dei prossimi anni, al centro e in periferia. Il primo lo farà ufficialmente, il secondo mandando i propri sodali a votare alle primarie del Pd. Riflettendo, Renzi e Berlusconi – che insieme puntano a un soggetto politico unico – si aspettavano una scissione alla sinistra dello stesso Pd che non è ancora arrivata. Così stanno mettendo in atto il piano B. Vediamo di cosa si potrebbe trattare.

Già si cominciano a intravedere accordi Pd Forza Italia. Hanno iniziato in Sicilia, a Ragusa. Dove il sottosegretario Davide Faraone, fedelissimo di Renzi, lo scorso Natale, ha intruppato nel gruppo parlamentare dell’Ars del Pd il deputato Nello Dipasquale, già Sindaco di Forza Italia nel capoluogo della provincia Iblea per due legislature. Nella segreteria politica di quest’ultimo, a Natale scorso, Faraone ha affermato che non è cambiato Di Pasquale: è cambiato il Pd. Partito che si sta spostando al centro dello schieramento politico per ‘chiudere’ accordi’ con i berlusconiani.

La stessa operazione i renziani la stanno facendo ad Agrigento, dove in questi giorni si cimentano in un ‘doppio salto mortale’: chiudere l’alleanza con Forza Italia (in questa provincia gestita dal parlamentare nazionale Riccardo Gallo, fedelissimo di Marcello Dell’Utri) e, contemporaneamente, tagliare la strada alla candidatura a primo cittadino della Città dei Templi di Lillo Firetto, Sindaco di Porto Empedocle uscente e parlamentare regionale dell’Udc, considerato un politico troppo libero. Un personaggio, Firetto, che, da eventuale Sindaco di Agrigento, non sarebbe funzionale all’accordo Pd-Forza Italia che si sta preparando in vista delle elezioni regionali ormai imminenti, se è vero che la Regione siciliana dovrebbe dichiarare bancarotta tra un anno (il fallimento Regione potrebbe anche essere anticipato a giugno se i dipendenti della formazione professionale, i forestali e l’esercito dei precari dovessero decidere di scendere nelle piazze della Sicilia bloccando tutto per contestare i loro licenziamenti che sono ormai nelle cose).

L’accordo Renzi-Berlusconi, dalla nostra Isola – da sempre ‘Laboratorio politico’ di scelte che anticipano scenari nazionali – si va estendendo nel resto d’Italia. A Genova renziani e berlusconiani hanno fatto saltare la candidatura di Sergio Cofferati. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi le intese tra l’ex Cavaliere e l’attuale Presidente del Consiglio si estenderanno in altre città, e magari nelle Regioni. L’obiettivo è chiaro: costringere la sinistra del Pd alla scissione per arrivare quanto prima possibile al partito unico Renzi-Berlusconi e ‘chiudere’, così, il progetto piduista di eliminazione soft della democrazia in Italia, progetto gelliano tornato in auge oggi perché funzionale agli interessi tedeschi.

Di fatto, Renzi e Berlusconi – come fece Mussolini negli anni ’30 del secolo passato – stanno consegnando il nostro Paese alla Germania. L’attuale capo del Governo italiano manterrà la leadership, e si trasformerà in una sorta di ‘duce’. Mentre Berlusconi salverà le sue aziende, continuando a rincretinire gli italiani con le sue tv.

L’eliminazione sostanziale della democrazia italiana passa dallo smantellamento della Costituzione (operazione già iniziata con ‘successo’) e dalla delegittimazione delle forze politiche avversarie. Il progetto non è nuovo, è inizia con il ‘Predellino’ con l’eliminazione fisica di An e di Gianfranco Fini, che forse è stato uno dei primi ad intuire tutto. Beppe Grillo, con i suoi errori, si sta delegittimando da sé. Più pericolosa la Lega di Salvini, con la quale – come ai tempi di Tangentopoli – la Germania metterà in piedi le solite operazioni di intelligence per fornire ‘carte’ a un’ignara magistratura penale che, forse, dovrebbe avere capito che fare il gioco dei tedeschi non serve proprio. Perché la trasformazione degli italiani in ‘sudditi’ della Germania riguarderà anche loro non appena Angela Merkel e compagni, utilizzando Renzi e Berlusconi, si saranno impossessati di tutto.

I magistrati italiani, che non sono affatto ingenui, debbono aver capito qualcosa. E potrebbero essere – come spesso avvenuto nel nostro Paese – l’ultimo baluardo a tutela della democrazia italiana. Sanno, ad esempio, che per creare problemi all’accordo Merkel-Renzi-Berlusconi basterà far rispettare la Costituzione in materia di diritti dei lavoratori. Dando ragione ai medici ai quali lo Stato non ha pagato le specializzazioni, ai lavoratori licenziati, agli artigiani e ai piccoli imprenditori in difficoltà perché strozzati dal Fisco. Sostenendo, anche, gli agricoltori nelle cause contro uno Stato che, con Equitalia, sta cercando di scippargli le terre perché ridotti alla fame. La magistratura, a conti fatti, limitandosi ad applicare la legge nel rispetto della vera Costituzione italiana – che non è quella del Fiscal Compact, con buona pace di Giorgio Napolitano – metterebbe in seria difficoltà il progetto piduista, che si basa proprio sulla negazione dei diritti dei lavoratori, degli agricoltori (non a caso il ‘taroccamento’ dei prodotti agricoli italiani in Germania è diffusissimo: perché debbono distruggere l’agricoltura italiana) e dei piccoli imprenditori.

In questo scenario l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica diventa strategica. Per questo sembra molto difficile che la scelta cada su Sergio Mattarella o Piero Grasso, che non si presterebbero a un’operazione del genere. L’eventuale elezione di Mattarella o Grasso sarebbe un colpo durissimo per l’asse Merkel-Renzi-Berlusconi. Forse Anna Finocchiaro e, soprattutto, Giuliano Amato, tradizionalmente abili a cambiare casacca, potrebbero andare già meglio. Ma, soprattutto per i tedeschi, sempre precisi nei loro progetti di dominio, Anna Finocchiaro e Amato sarebbero comunque una soluzioni di ripiego. Ai tedeschi serve un Presidente della Repubblica italiana malleabile e manovrabile. Più vicino alla stessa Germania che non a Renzi e Berlusconi (che per ora servono alla Gerani, ma che verranno ‘macinati’ più in là).

Probabilmente qualche lettore dirà: ma l’Italia è già una colonia tedesca? Se ancora non si sono dati una risposta il nuovo capo dello Stato italiano chiarirà tutti i dubbi. Nel bene (Grasso o Mattarella) o nel male (la previsione è molto difficile, perché i tedeschi sono imprevedibili).