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Nuova scoperta archeologica in Sicilia.

  • Dal mare di Levanzo riemerge un prezioso rostro.
  • Le acque siciliane continuano a restituire reperti di straordinaria importanza.
  • Quasi certamente il reperto è relativo a una delle navi della Battaglia delle Egadi.

Dalle acque siciliane non smettono di riemergere preziose testimonianze del passato. Continua quella che è stata definita la “primavera dell’archeologia siciliana“, con un nuovo importante ritrovamento nel mare di Levanzo. Un’isoletta straordinaria, che custodisce secoli e secoli di storia. Gli esperti della missione americana della RPM Nautical Foundation, sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, hanno individuato un nuovo rostro. Del ritrovamento si è occupata la nave oceanografica Hercules, in collaborazione con l’Università di Malta. Scopriamo meglio tutti i dettagli.

Il reperto nel mare di Levanzo

Quasi certamente il rostro è relativo a una nave che fu protagonista della “Battaglia delle Egadi“. Il conflitto, tra Romani e Cartaginesi, concluse la prima Guerra Punica. A collocare il reperto in quel contesto è principalmente il fatto di averlo ritrovato in un tratto di mare che, già in passato, aveva visto analoghi rinvenimenti. Prosegue così il progetto ideato e avviato anni fa da Sebastiano Tusa, che prosegue adesso con un nuovo slancio. Alcune lettere sul rostro, visibili grazie all’impiego di un robot sottomarino, fanno pensare che sia romano. Si trova a 80 metri e la Soprintendenza del Mare pensa di recuperarlo in un prossimo futuro.

Il ritrovamento nel mare di Levanzo rappresenta un evento di straordinaria importanza. Il mare delle Egadi, infatti, continua a restituirci preziose testimonianze del passato, utili a ricostruire alcune vicende storiche, come la celebre battaglia del 10 marzo del 241 a.C. tra la flotta romana e quella cartaginese. «Questa ennesima scoperta, inoltre, dimostra come l’azione della Soprintendenza del Mare prosegua incessante con un lavoro di ricerca costante e fruttuoso. La primavera dell’archeologia in Sicilia continua, anche grazie a scoperte come questa, frutto di una proficua collaborazione con una fondazione americana e con l’Università di Malta», ha detto Alberto Samonà, assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Foto: Ania Mendrek – (CC BY-ND 2.0).