Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Con i suoi studi sulla memoria, la siciliana Maria Rosaria Tropea, laureata e ricercatrice di Fisiologia presso l’Università degli Studi di Catania, si è aggiudicata di recente il Premio Anna Kuliscioff 2024. A decretare il riconoscimento è stato il Comitato Scientifico della Fondazione, composto dai Proff. Giorgio Cosmacini, Massimo Galli, Silvio Garattini, Maurizio Mauri, Maria Luisa Randi e Maria Triassi. Al secondo e al terzo posto della graduatoria si sono piazzate Paola Marolo dell’Università di Torino e Alice Cattelani dell’Università di Verona.

Ricordando l’impegno di Anna Kuliscioff, il presidente della Fondazione, Walter Galbusera, ha detto: “Il Premio è un riconoscimento alla dedizione e alla passione per la ricerca biomedica da parte di una giovane donna”. Per Maria Rosaria Tropea, originaria di Acireale, è una grande soddisfazione: “Sono affascinata dal nostro cervello e soprattutto dal modo in cui si formano i ricordi a livello cellulare – spiega al quotidiano La Sicilia – studio il processo dal punto di vista fisiologico a quello patologico, da un cervello sano a uno malato, per cercare di capire cosa può portare alla malattia. La memoria ha un ruolo centrale nella nostra vita“.

Durante i suoi studi in Medicina e nel corso del Dottorato di ricerca, Tropea ha esplorato i meccanismi di apprendimento e memoria, sia in condizioni fisiologiche che nella malattia di Alzheimer. La sua ricerca si è concentrata sul ruolo della proteina beta-amiloide e sulla sua interazione con i recettori nicotinici dell’acetilcolina alfa7, i nucleotidi ciclici e i recettori della dopamina D3. I risultati hanno chiarito importanti aspetti sul funzionamento della memoria e su potenziali nuovi bersagli terapeutici.

Questo giovane talento siciliano spera di poter continuare a lavorare a Catania: “Qui si fa ricerca di qualità, il laboratorio ha molte collaborazioni, non bisogna per forza andar via. (…) Spero di poter continuare a fare il mio lavoro, che ci siano i fondi per poterlo fare bene, di poter dare il mio pezzettino di contributo alla scienza, di poter aggiungere anche solo una briciola di speranza contro la malattia”, ha sottolineato dalle pagine de La Sicilia.

“Le nostre esperienze – ha spiegato Maria Rosaria Tropea – costruiscono la nostra identità. Sperimentare la perdita di memoria, come accade nell’Alzheimer o in altre forme di demenza, significa perdere una parte di sé e della propria storia personale. Questa convinzione motiva la mia ricerca, nel tentativo di offrire un contributo significativo alla scoperta di nuovi approcci terapeutici efficaci e sicuri”.

Articoli correlati