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Dopo dodici anni trascorsi in Italia, nove dei quali in Serie A, Mark Bresciano ha decisamente cambiato vita. Il calciatore australiano di origini lucane ha militato nel Palermo Calcio per quattro anni, con 104 presenze e 12 gol tra il 2006 e il 2010, ma adesso è tornato nella sua terra d'origine, dove coltiva cannabis. Nel mezzo, c'è stata una breve parentesi in Medio Oriente, con le maglie di Al-Nasr e Al-Gharafa). Quando leggete la parola "cannabis", però, non pensate male, perché si tratta di cannabis per uso terapeutico.

Alla base della scelta di tornare in Australia, c'è una ragione ben precisa: «In Italia il calcio è una religione e puoi immaginare cosa significhi questo per un giocatore di Serie A – ha confessato il diretto interessato in un’intervista per SBS -. Gli australiani sono più rispettosi, e io preferisco questa dimensione».

Mark Bresciano, dal calcio all'imprenditoria

Così, Mark Bresciano è diventato un imprenditore: ha investito nel settore immobiliare, ma anche in quello della marijuana. L'ex centrocampista ha già individuato il nome per la sua attività, cioè "Greenhope" e i terreni in cui lavorare. Ha anche acquistato le licenze necessarie e, per rimanere aggiornato sull'argomento, ha confessato di viaggiare spesso tra Stati Uniti e Canada, dove questo tipo di attività è molto diffuso. «Ho perso la passione per il calcio e ho scelto di essere solo una spettatore – ha aggiunto -. Ma il pallone mi manca».

Gli appassionati di calcio ricordano sicuramente bene il soprannome che era stato dato a Mark Bresciano: "Statua", per le sue esultanze poco espressive. A Melbourne l'ex centrocampista vive con la moglie e le due figlie, Alessia e Montana, entrambe nate proprio a Palermo. Attualmente Bresciano si tiene ben lontano dai riflettori, ma la recente intervista in cui ha parlato della sua nuova attività ha suscitato non poca curiosità, soprattutto in quanti lo hanno visto e apprezzato sul campo da gioco.