La vita e le invenzioni di Archimede sono avvolte da un alone di fascino e mistero. Perfino la morte dell’inventore, avvenuta nel 212 a.C., durante il sacco di Siracusa) è arricchita da ben tre leggende. L’uccisore sarebbe stato un soldato romano che, non avendolo riconosciuto, non avrebbe eseguito l’ordine di catturarlo vivo. La leggenda sulla morte di Archimede riporta le ultime parole dell’inventore: “Non, obsecro, istum disturbare” (“Non rovinare, ti prego, questo disegno”). Plutarco racconta tre diverse versioni della morte.
Secondo Tito Livio e Plutarco, Marcello sarebbe stato profondamente addolorato per la morte di Archimede, poiché avrebbe conosciuto e apprezzato l’immenso valore del suo genio e forse avrebbe voluto averlo al servizio della Repubblica. Questi autori raccontano che fece dare onorevole sepoltura allo scienziato. Ciò non è però riferito da Polibio, che è considerato fonte più autorevole sull’assedio e il saccheggio di Siracusa. Cicerone racconta di avere scoperto la tomba di Archimede grazie a una sfera inscritta in un cilindro, che vi sarebbe stata scolpita in ottemperanza alla volontà dello scienziato.