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Una ricerca fotografica per riscoprire il fascino e la seduzione femminile nuda ed essenziale attraverso la semplicità e la naturalezza dell’Orchidea

Mostra aperta dal 3 al 22 Dicembre 2016 nella Sala P. Novelli

presso il complesso monumentale “Guglielmo II” – Monreale

 

“Orchidea, mito e bellezza” è il titolo della mostra fotografica firmata dal fotografo palermitano Enzo Alessandra dedicata alla  ricerca della sensualità e della seduzione che si ispira all'orchidea, alla sua attrattiva e al suo potere ispiratore, simbolo di sensualità e bellezza. 

La mostra sarà inaugurata Sabato 3 Dicembre 2016 nella Sala P. Novelli presso il complesso monumentale Guglielmo II a Monreale alle ore 16.30, alla presenza dell'autore e con la presentazione critica della Prof. ssa Maria Antonietta Spadarostorica dell’Arte e docente dell’Università degli Studi di Palermo, che ha curato il catalogo e alla presenza delle autorità locali.
 

L’Orchidea, affascinante e misteriosa pianta presente sulla terra fin dalla preistoria, fiore del mistero e dell’ambiguità estrema, da sempre stimola miti e leggende legate all'origine della pianta stessa. La mostra, patrocinata dal Comune di Monreale, è promossa e organizzata  in collaborazione con l'Associazione Culturale ArtEos e si protrarrà fino al 22 dicembre.

Gli orari di apertura alla mostra per i successivi giorni all'inaugurazione saranno dalle 9:00 alle 14:00 lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, il martedì dalle 9:00 alle 18:00. Ingresso libero. 

 

‘Orchidea, mito e bellezza è un progetto fotografico iniziato nel 2015 ma che è continuato a crescere nel tempo, attraverso nuove ricerche, nuovi scatti e nuove idee – spiega il fotografo Enzo Alessandra – . Come spesso accade l'idea è nata un po’ caso, da una ricerca sul significato del nome "Orchidea", scoprendo così una antica leggenda greca che racconta le origine di questa pianta che ha una storia mitica alle spalle e conserva tanti simboli e significati: nata, secondo la storia, dalle spoglie del giovane Orchis, giovane bello e focoso, figlio di una Ninfa e di un Satiro, punito e dato in pasto a belve feroci per aver osato importunare una sacerdotessa del dio Dioniso. Dai resti del giovane, gli dei dell’olimpo impietositi, fecero spuntare l’orchidea, una pianta esile e modesta, ma che nelle radici conservava il ricordo delle parti anatomiche maschili, causa della sua fine, orchis in greco infatti significa proprio testicolo in riferimento alle radici a tubero tondeggianti di alcune specie”.

 

“Le opere fotografiche di Enzo Alessandra, tutte in bianco e nero, si inseriscono nel dibattito intorno a questo fiore, che affonda le origini nel mito, e la variegata presenza nell’arte, nella letteratura e nel cinema – spiega la professoressa Maria Antonietta Spadaro. – Nelle foto i fiori delle orchidee si accompagnano alle figure in un dialogo sottile, aggiungendo magicamente un impulso alla composizione;  questa, privata della presenza di quei fiori, si spegnerebbe inesorabilmente. Nessun altro fiore potrebbe provocare un tale cortocircuito lirico, forse perché esse sono orchidee intelligenti la cui strana e morbosa bellezza non ha radici nel suolo (Anatole France)”.