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001.545 impiegati, tra custodi e personale amministrativo, dei 112 musei e siti culturali della Sicilia, non apriranno i battenti, a partire dal prossimo weekend fino alle vacanze natalizie.

Hanno fatto troppi straordinari e la Regione non sa più come pagarli, quindi le porte rimarranno chiuse: niente musei, niente parchi archeologici aperti nei fine settimana che cadono da qui ai prossimi due mesi, e in questa ‘dieta della cultura’ sono incluse anche le vacanze natalizie. Un vero peccato per le molte persone, cittadini e turisti, che speravano proprio nelle prossime vacanze, di recuperare, passare un periodo all’insegna della cultura e della storia, non potendolo fare durante la settimana.

Una perdita enorme anche in termini di guadagni, perché è proprio nei weekend e durante le Feste che i musei e i siti archeologici ricevono il più alto tasso di visitatori.
Dalla Villa del Casale di Piazza Armerina, fino ai 66 custodi del Museo Pirandello di Agrigento. E il primo a chiudere i battenti sarà il Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” della Valle dei Templi. Fondato negli anni Sessanta, il museo conserva molti reperti dell’area di Agrigento, nonché ritrovati provenienti dalle strutture site a Palermo, Siracusa e Caltanissetta: un pezzo di storia siciliana romano-ellenica che rimarrà al buio per molti, da qui fino alla fine dell’anno. 

Si va dalle documentazioni alle epigrafi, fino alle sculture.
Stesso discorso per i 25 custodi del Museo del Satiro di Mazara del Vallo, sito all’interno del complesso del Museo interdisciplinare Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani.
Venticinque addetti per poco più di 200 metri quadri di spazio, un numero elevato persino per il Sindaco, che solo qualche giorno fa ha scritto alla Regione per denunciare la sovrabbondanza di addetti, e per richiedere che il museo venga trasferito nelle mani del Comune.

Uno stato dell’arte che affligge molti siti della storia e della cultura di Sicilia.
Presso la struttura di Mazara, prendono posto i reperti ritrovati nel Canale di Sicilia, primo tra tutti appunto il Satiro, emblema stesso del museo: una statua bronzea del IV secolo a.C. attribuita alla scuola di Prassitele, esposta al pubblico a partire dal 2005, dopo anni di ritrovamenti e restauri.
A partire dalla fine di questa settimana però, il Satiro non sarà più visibile al grande pubblico, che aspettava proprio il weekend per poter visitare il museo, e questo nonostante vi siano fin troppi dipendenti. «A Mazara ci sono più addetti che visitatori – dichiara il Sindaco – eppure il museo non riesce a rimanere aperto tutto l’anno.»

Autore | Enrica Bartalotta