Le piogge abbondanti che negli ultimi giorni hanno interessato la provincia di Catania hanno portato con sé un cambiamento visibile e affascinante: il ritorno della neve sull’Etna. Il vulcano attivo più alto d’Europa ha ritrovato la sua veste invernale, almeno sulla parte sommitale, dove la coltre bianca è arrivata a coprire ampie aree al di sopra dei 3.000 metri di quota.
Uno scenario che unisce la potenza della natura alla bellezza del paesaggio, e che segna l’inizio di una nuova fase stagionale per la montagna simbolo della Sicilia. Un evento atteso, ma mai scontato, che attira sempre l’attenzione di escursionisti, curiosi e studiosi.
Neve e cenere: l’Etna torna a far parlare di sé
Le immagini delle prime nevicate sono comparse nei giorni scorsi, con le precipitazioni che hanno interessato soprattutto la zona alta del vulcano. Questa mattina, la neve copre l’intera area sommitale, creando un contrasto netto con la nera roccia vulcanica e le sfumature grigie della cenere.
A rendere lo scenario ancora più singolare è stata la recente attività esplosiva registrata sulla vetta, che ha prodotto emissioni di cenere per alcune ore. Un fenomeno contenuto, ma che testimonia come l’Etna resti un gigante vivo, anche quando sembra dormire sotto la neve.
Un equilibrio tra inverno e attività vulcanica
L’Etna è uno dei vulcani più monitorati al mondo, non solo per la sua attività frequente, ma anche per la complessità del suo comportamento. Le recenti esplosioni di cenere, pur di breve durata, hanno coinvolto la zona sommitale e non hanno causato disagi significativi.
Tuttavia, la coesistenza tra neve e attività eruttiva non è una novità assoluta. Già in passato, i ricercatori hanno osservato come le basse temperature e le precipitazioni invernali possano influenzare — anche se indirettamente — alcuni fenomeni legati alla dinamica del vulcano.
Nel frattempo, l’accumulo nevoso non sembra ostacolare la normale sorveglianza del cratere. Le squadre dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), infatti, continuano a monitorare in tempo reale ogni segnale proveniente dalle profondità dell’Etna.
Un fenomeno naturale che attira e incanta
La vista dell’Etna innevato è ogni anno una delle immagini più amate dai siciliani e dai turisti. Con la cima imbiancata e il cielo limpido, il vulcano si trasforma in una cartolina naturale, visibile anche dalla costa ionica.
Non è raro che nei giorni successivi alle prime nevicate, tanti appassionati si avventurino lungo i sentieri d’alta quota per ammirare da vicino la bellezza del paesaggio innevato. Tuttavia, è bene ricordare che l’accesso a certe aree può essere soggetto a restrizioni, sia per motivi di sicurezza legati all’attività vulcanica, sia per il rischio di ghiaccio e scivolamenti.
Etna, un laboratorio a cielo aperto
Ogni evento, anche apparentemente minore, è per gli scienziati un’occasione preziosa per raccogliere dati. La neve sulla sommità dell’Etna, combinata con l’attività eruttiva, offre agli studiosi elementi utili per comprendere meglio le interazioni tra fenomeni climatici e vulcanici.
L’Etna rappresenta un unicum nel panorama geologico europeo: la sua altezza, la sua attività continua e il contesto ambientale in cui si trova lo rendono un osservato speciale anche in ambito internazionale.
Lo sapevi che…?
- L’Etna supera i 3.300 metri di altezza, ma la sua cima cambia costantemente a causa delle eruzioni.
- Le prime nevicate sul vulcano avvengono solitamente tra novembre e dicembre, ma negli ultimi anni le condizioni meteorologiche sono diventate meno prevedibili.
- Nonostante le basse temperature in quota, l’Etna resta attivo tutto l’anno.
- È l’unico vulcano in Europa in cui si può sciare su un cratere attivo, in giornate particolarmente serene e senza emissioni pericolose.
Foto: NuovoSud.
