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L'intera comunità di Gela è ancora sotto shock per la tragica morte di Nuccia Vullo e della figlia Ludovica, travolte da una Fiat Panda all'uscita da una pizzeria. Alla guida della vettura c'era il 23enne Salvatore Rinella. «È un ragazzo debole, fragile, continua a ripetere che si vuole ammazzare», spiega l'avvocato del giovane, Totò Incardona, che gli è stato vicino sin dai primi momenti. In un primo momento, Rinella era fuggito, ma si è poi costituito: la fuga sarebbe nata dal terrore di essere linciato dai familiari delle due vittime. 

Ecco cosa si legge sul Giornale di Sicilia:

Da quattro anni, Salvatore lavora alla pizzeria «Scavone». Ha subìto la prematura scomparsa del padre, avvenuta due anni fa, morto a causa di un ictus. Non appena Salvatore ha conseguito il diploma al professionale maschile, si è subito messo a lavorare. Fa il cameriere e aiuta con il suo stipendio la mamma e la sorella.
Non ha avuto mai problemi con la giustizia, non ha mai frequentato cattive compagnie, non ha mai fumato spinelli e non ha mai esagerato con l’alcol. E anche quella sera, non aveva toccato neanche un goccio di birra o altro.