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01Al via oggi, presso l’area marina protetta dell’Isola di Ustica, la posa delle prime reti antimeduse per la protezione dei bagnanti. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto europeo Med-Jellyrisk, coordinato da Stefano Piraino dell’Universita’ del Salento. Il progetto, si legge in una nota, e’ stato finanziato per un ammontare di 2,33 milioni di euro dalla Unione Europea attraverso lo Strumento europeo di vicinato e partenariato per la Cooperazione transfrontaliera nel Bacino del Mediterraneo (www.enpicbcmed.eu) ed e’ finalizzato a sviluppare strumenti per la mitigazione degli impatti causati dall’aumento di meduse nel Mediterraneo, che rappresentano una crescente minaccia per le attivita’ umane in prossimita’ di zone costiere, incluse le attivita’ ricreative, la pesca e l’acquacultura. Il Consorzio Med-Jellyrisk e’ capitanato dal Consorzio nazionale interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) ed e’ costituito da istituti di ricerca di Italia (Universita’ del Salento), Spagna (ICM-CSIC, Barcelona), Malta (UoM, University of Malta), e Tunisia (FSB, Faculte’ Sciences de Bizerte; e INAT, Institute Nationale Agronomique de Tunisie). Al Consorzio aderiscono inoltre 33 partner associati (organizzazioni governative, agenzie regionali per le acque, PMI, organizzazioni sanitarie e ospedali), nonche’ alcune Aree Marine Protette siciliane (Plemmirio, Capo Gallo-Isola delle Femmine, Isola di Ustica, Isole Egadi, Isole Pelagie) ed Enti locali come i Comuni di Lipari-Vulcano e Santa Marina di Salina. “Le acque del Mediterraneo – dice l’assessore Mariarita Sgarlata – hanno registrato una proliferazione progressiva di meduse. Causa di questo fenomeno da un lato i cambiamenti climatici in corso, dall’altro l’impatto di alcune attivita’ antropiche, quali il trasporto marittimo e lo sfruttamento di risorse naturali. Questo fenomeno ha impatti diretti sulle attivita’ umane, ricreative, turistiche e produttive, nelle aree costiere. Basti pensare ai dati statistici riferiti alle punture da meduse urticanti: ogni estate ben due milioni di bagnanti vengono punti da meduse e questo ha, a livello anche economico, degli impatti diretti sugli alti costi legati ai trattamenti di primo soccorso dei vari servizi sanitari nazionali. L’installazione di queste reti antimeduse nell’area, gia’ nel breve e medio periodo, potra’ garantire una maggiore protezione dei bagnanti e favorire un miglioramento nelle condizioni produttive di settori importanti nell’economia locale come l’acquacultura. La presenza di una cosi’ importante rete di partner assicura, inoltre, la diffusione dei risultati raggiunti, ben oltre i limiti geografici e territoriali del progetto. Inoltre – conclude l’Assessore – mi preme sottolineare come ancora una volta si sia riusciti ad avviare una procedura di buona amministrazione, frutto di una azione di coordinamento e partecipativa dei diversi soggetti interessati ancora una volta senza spesa per l’amministrazione regionale”.

 
Peppe Caridi