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L'olio d'oliva è uno degli ingredienti più usati sulle tavole italiane (e meno male). Ma come fare a riconscere quello di qualità da uno che di fatto ha poco valore? "Dagospia" ha pubblicato un vademecum per l'acquisto "consapevole" dell'olio d'oliva. Quello extravergine, sia chiaro. Di fatto l'etichettatura in questo modo avviene solo tenendo conto di alcuni parametri chimici e tanti marchi rifiutano il panel test che di fatto potrebbe bocciare parecchie bottiglie che troviamo sugli scaffali.

Secondo paramentro da tenere d'occhio è il prezzo: un olio buono non può costare meno di 9 euro al litro. Tra burocrazia, spremitura, potatura e distruibuzione è praticamente impossibile star sotto questa cifra. Occhio poi alla provenienza: molte delle bottiglie che arrivano sui nostri mercati provengono dall'estero e quindi potrebbero non rispettare gli standard sanitari che vengono seguiti nell'Unione europea. Nelle bottiglie di olio DOP sono indicati la provenienza delle olive, la cultivar e l'anno di raccolta.

Fate attenzione, poi, alla conservazione. L'olio d'oliva va sempre conservato in luogo fresco, asciutto, al buio e in bottiglia di vetro scura. Evitate di lasciare la bottiglia aperta e senza tappo. Valutate sempre quanto olio consumate. E di regola, se ne usate poco, acquistate bottiglie piccole: in questo modo vi metterete al riparo da alterazioni organolettiche. Infine un consiglio pratico per la tavola: per gustare al meglio l'olio evitate di conservarlo durante i pasti nelle oliere trasparenti.