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PALERMO – "Ho avuto paura che i Bua ammazzassero me e le mie sorelle, ma soprattutto mio padre. Sono le uniche persone che mi sono rimaste. Sono disperata e pentita, ma non si può tornare indietro. Questa tragedia mi ha distrutto". Alessandra Ballarò si è rivolta con queste parole al gip Maria Cristina Sala, spiegando l’omicidio di Leonardo Bua e il ferimento del fratello Giuseppe, ancora in Rianimazione.

Tra le due famiglie, a quanto pare, i dissidi sono nati parecchio tempo fa. I Bua non avrebbero saldato il compromesso per la cessione dell’appartamento in piazzetta Caruso all'Arenella. In tribunale è fallita la proposta di mediazione per la risoluzione del contenzioso ventennale per la cessione dell’immobile e adesso si procederà con la causa civile.

A febbraio i Ballarò avevano trovato le ruote dell’auto tagliate e il parabrezza rotto, secondo il racconto della ragazza. Qualche tempo dopo il fratello era stato picchiato e la famiglia aveva fatto una denuncia contro ignoti. A maggio due colpi di pistola sarebbero stati sparati contro l’abitazione della famiglia di piazzetta Caruso e da allora la tensione è salita fino a esplodere sabato scorso, quando Alessandra Ballarò ha ucciso. A riprenderla sono state le telecamere che la famiglia aveva deciso di istallare dopo le aggressioni.

Anche nel caso dei colpi di pistola contro la porta dell’abitazione, i Ballarò sporsero denuncia contro ignoti, pur sospettando dei Bua. "Mio padre è stato preso a schiaffi e poi i Bua hanno preso degli attrezzi, tra cui un bastone, da una moto ape", ha raccontato la responsabile. Il gip, intanto, si è riservato sulla misura cautelare.