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Alcuni attrezzi rubati: sarebbe questa la spiegazione per la presenza del dna di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. La notizia è stata riportata originariamente da Repubblica e diffusa da numerosi quotidiani e siti di informazione. Due anni fa l'uomo aveva denunciato il furto di alcuni attrezzi, utilizzati quotidianamente al lavoro, dal suo furgone: si tratta di una livella elettronica, una bindella, due scalpelli (di cui uno a punta acuminata), cazzuole ed un distanziatore.

La denuncia è stata fatta nel 2012, ma secondo Bossetti il furto era stato antecedente e risalirebbe al 2012, prima della scomparsa di Yara. La strategia difensiva dell'indagato potrebbe prendere quindi una piega molto diversa e puntare anche sul fatto che ad uccidere la ragazza possa essere stato uno degli attrezzi rubati (forse lo scalpello a punta acuminata), su cui erano presenti alcune tracce del suo dna. Ulteriori chiarimenti arriveranno lunedì, quando gli avvocati di Bossetti presenteranno ricorso al Tribunale della Libertà, nella speranza di fare scarcerare il muratore.