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Siracusa non è solo una città, ma una porta aperta sul tempo, dove la Grecia antica vive ancora tra pietre, miti e ricordi. Qui, in questo angolo di Sicilia intriso di cultura millenaria, si conclude il “Viaggio in Sicilia” di Simonetta Agnello Hornby e Massimo Fenati, un itinerario affascinante raccontato nel programma di Rai Cultura, prodotto da Pesci Combattenti, in onda su Rai Storia.

La tappa finale non poteva che essere dedicata alla città che diede i natali a Archimede, genio dell’antichità, e che ancora oggi conserva il fascino eterno della classicità. È una chiusura di viaggio simbolica e potente, tra paesaggi che parlano di civiltà perdute e personaggi mitici.

Una passeggiata tra mito e pietra: Ortigia

Il percorso di Simonetta e Massimo si apre con Ortigia, l’anima antica di Siracusa. Questo isolotto, collegato alla terraferma da una sottile lingua di terra, accoglie i visitatori con la sua atmosfera sospesa, quasi irreale.

Nessun mezzo è più adatto per esplorare Ortigia dell’Apecar, agile e nostalgica. Salendo a bordo, i due viaggiatori si immergono nelle strette viuzze, nei profumi mediterranei e nei colori caldi delle pietre.

La Piazza del Duomo si presenta in tutta la sua solennità barocca, elegante e vibrante di vita. Poco distante, la Fonte Aretusa racconta un’antica leggenda: quella della ninfa Aretusa, trasformata in acqua da Artemide per sottrarsi all’amore invadente del dio Alfeo. Un mito che Simonetta, con la sua consueta ironia, definisce come la storia del “primo stalker della storia”.

Alla scoperta del genio di Archimede

Il viaggio continua in uno dei luoghi più affascinanti della città: il Parco dedicato ad Archimede. Qui, le invenzioni del grande matematico siracusano sono riprodotte a grandezza naturale, restituendo al visitatore un’immagine viva e concreta del suo genio.

Ad accogliere Simonetta e Massimo c’è Cinzia Vittorio, direttrice del centro e guida di una squadra tutta al femminile. Con entusiasmo e competenza, illustra le macchine di Archimede, molte delle quali furono impiegate nella difesa della città durante l’assedio dei Romani.

È un momento di stupore e consapevolezza: la scienza e l’ingegno si intrecciano alla storia di un popolo, lasciando tracce che ancora oggi possiamo ammirare.

Emozioni tra le rovine: il Parco Archeologico della Neapolis

Tappa successiva è il Parco archeologico della Neapolis, un’area ricca di fascino e storia, dove le vestigia del passato diventano vere e proprie testimoni del tempo.

L’ingresso nell’Orecchio di Dionisio, celebre grotta dalla forma particolare e dall’acustica impressionante, suscita stupore e curiosità. Qui si dice che Dionisio, tiranno di Siracusa, ascoltasse di nascosto i prigionieri, sfruttando la straordinaria amplificazione sonora della cavità.

Poi, il Teatro Greco. Vuoto, ma carico di memorie. Simonetta vi ha assistito a rappresentazioni teatrali memorabili, e adesso quel luogo, silenzioso, si riempie di echi lontani. Le emozioni affiorano, tra le pietre che hanno ospitato Sofocle, Euripide e la voce del popolo greco.

Un tuffo nella natura e nei ricordi: Pantalica

Sulla via del ritorno verso Agrigento, Simonetta decide di fare un’ultima deviazione, portando Massimo in un luogo molto personale: Pantalica. Qui si trovano le tracce di una delle necropoli più importanti del Mediterraneo, risalente al XIII secolo a.C.

È un paesaggio aspro, scavato nella roccia, dove natura e archeologia convivono in perfetto equilibrio. Pantalica è anche fonte di ispirazione: è proprio questo luogo a offrire lo sfondo ideale per uno dei romanzi più intensi di Simonetta, “Il veleno dell’oleandro”.

Il ritorno a casa: Mosè e la condivisione del viaggio

Dopo tante scoperte e meraviglie, il viaggio si conclude a Mosè, nella casa di Simonetta. Qui, la famiglia si riunisce intorno alla tavola imbandita, dove ogni piatto racconta una storia e ogni racconto diventa memoria.

Il cerchio si chiude. Il viaggio non è stato solo un percorso geografico, ma soprattutto umano, emozionale, culturale. Siracusa, con la sua luce e le sue leggende, è stata il punto d’arrivo ideale: una sintesi perfetta della Sicilia più profonda e autentica.