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Portare coltivazioni, ortaggi e verdure in una zona desertica dell’Algeria, senz’acqua, e dove vive una popolazione che non ha i mezzi necessari alla sussistenza.

L’impegno di due siciliani

Si chiama “Un orto nel deserto” il progetto Made in Sicily finanziato con l’otto per mille della chiesa valdese e al quale ha partecipato un project manager palermitano, l’ingegnere Pasquale Musacchia, che ha messo in campo una strategia di risparmio di risorse idriche, pari al 90% in meno del fabbisogno dell’acqua.
Un progetto green ed ecosostenibile al quale ha lavorato anche un altro siciliano, il presidente della ong “Luciano Lama”, Michele Sabatino, euroconsulente e docente universitario ennese.

L’agricoltura idroponica

La coltivazione idroponica o idrocoltura è una delle tecniche di coltivazione fuori suolo: la terra è sostituita da un substrato inerte. Si tratta di una coltivazione che presenta numerosi vantaggi in situazioni ambientali dove le colture non potrebbero crescere in modo ottimale, come in terreni rocciosi o desertici. Inoltre, l’agricoltura idroponica, consente di utilizzare un minore quantitativo di acqua.

La soluzione “sabbiaponica” in un ambiente estremo

“Siamo andati oltre il concetto dell’idroponica tradizionale – spiega Musacchia all’Ansa – nello sforzo di adattare tale sistema ad un ambiente estremo, il deserto. Ci siamo spinti nella innovativa soluzione “sabbiaponica” perché le vasche impermeabili di produzione sono state riempite con sabbia resa fertile da letame di cammello e capre con l’aggiunta di polline”.

“Cibo fresco dove le normali coltivazioni sono impossibili”

Un progetto all’avanguardia per queste regioni. “Certamente – prosegue l’ingegnere – non sono tanti gli impianti di agricoltura idroponica in Africa, finalizzati a garantire cibo fresco e sano in aree dove le normali coltivazioni sono praticamente impossibili”.
Nella zona, a sud dell’Algeria, vive la popolazione Saharawi che beneficerà di questa tecnica: si tratta di circa 180mila persone.

L’acqua bene sempre più prezioso

“Abbiamo introdotto questa modalità – conclude il progettista – avvalendoci dell’idroponica, la tecnica di coltivazione che non richiede suolo, ma si basa su un sistema di soluzioni nutrienti in acqua, consentendo la crescita delle piante in modo più efficiente e con notevole risparmio di risorse idriche. Questo rende l’idroponica particolarmente adatta per le aree desertiche, dove sappiamo bene che l’acqua è un bene prezioso e limitato”.

(foto tratta dal web)