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Il progetto

 

Poste Italiane ha lanciato a settembre un progetto mirato a valorizzare il radicamento nel tessuto sociale italiano con l’obiettivo di rendere più concreta e visibile la sua attenzione al territorio, la vicinanza ai cittadini e alle comunità.  Lo ha fatto scegliendo il linguaggio dei giovani e dell’arte, con un  contest on line che ha coinvolto street artist di tutta Italia. E così è nato il progetto  “P.A.I.N.T Poste e Artisti nel territorio”  per la realizzazione di 22 murales sulle pareti esterne di altrettanti Uffici Postali, per renderli più attraenti e accoglienti , trasformarli così in punti di riferimento per il quartiere e per il cittadino.

 

 

Medaglia d’oro ai ns ambasciatori

 

Fra questi 22 è stata scelta Lampedusa, nostro ufficio di Frontiera.  E’ qui che il valore del nostro ruolo sociale e la capacità di inclusione trova la sua massima espressione, attraverso i nostri colleghi, che su quel territorio, ancor più che in altri,  sono punto  di riferimento per la  comunità e per i turisti,  e ambasciatori della solidarietà.

E’ a loro, alle istituzioni  e ai cittadini che quel territorio abitano che POSTE DEDICA questa opera d’arte in segno di gratitudine.

L’artista e l’opera per Lampedusa

 

 

E ‘il segnale che l’ufficio gode di ottima fiducia e rappresenta un’istituzione importante per i cittadini. Poste italiane con il murale intende rafforzare il legame con la comunità che ha interpretato i valori della pace, dell’accoglienza e della solidarietà      

 

Lampedusa

 

Lo raccontiamo con la penna delle colleghe Giusy Ciavirella e Maria Grazia Lala e gli occhi della direttrice dell’Ufficio Postale  Gisella Rizzo.

Ci si arriva dopo un lungo viaggio. Lampedusa è un’isola di mare aperto: una piattaforma lunga e stretta che taglia il canale di Sicilia a metà, di qua il nord Africa, di la’ la Sicilia, più vicina alle coste tunisine che a quelle siciliane. È a Sud, il Sud dell’Europa, una zona della terra dove ti senti al confine, un posto dove ci si scambiano speranze, esperienze, fiducia, paura, dolore. Lo senti nell’aria, lo leggi nelle scritte sui muri del porto dove qualcuno ha ricordato che “le frontiere non esistono, esistono solo le persone”.

Isola conosciuta dai fenici, arabi e greci divenne il titolo nobiliare dell’aristocratico Giulio Tomasi, avo dell’autore del “Gattopardo”.

Quello che forse molti non sanno è che Poste, è li dall’unità di ITALIA  e addirittura nel l 191   il Ponte del canale di Sicilia venne collegato con la terraferma mediante il cavo telegrafico. 

La Posta e il Radio telegrafista, il portalettere,  divennero nell’isola il  simbolo della modernità e della nazione.

Fino agli anni Ottanta l’isola era conosciuta solo per la Baia dei Conigli e per Domenico Modugno.
Gli sbarchi erano ancora sporadici, solo nel 2011  le dimensioni e il clamore del fenomeno raggiungono l’apice.  Gli isolani si fermano in silenzio davanti alle tragedie umanitarie che avvengono nel nostro mare.
La Posta , i portalettere e Gisella Rizzo, direttrice dell’unico ufficio di Lampedusa, rimangono il segno tangibile della presenza del Paese. 

Oggi Gisella è  il direttore dell’unico ufficio postale di Lampedusa : sportellista (operatore polivalente anno 1996) nell’ufficio di Chiavenna in Valtellina a un passo dalla Svizzera. Scopre nuovi orizzonti, non più la linea netta dal mare, ma quello   frastagliato delle vette alpine. Conserva l’orgoglio delle origini siciliane che manifesta nei gesti e nel linguaggio. Nel 2001 Gisella rientra in Sicilia come portalettere a Ragusa. Dopo sei mesi accetta l’incarico di sportellista all’ufficio postale di Lampedusa e da quel giorno è il punto di riferimento per tutti gli isolani sia i giovani che trovano presso l’ufficio postale molti servizi digitali, sia per gli anziani che chiedono consigli, assistenza per piani assicurativi e pensionistici, o che si recano dagli operatori anche solo per chiedere chiarimenti riguardo comunicazioni delle istituzioni tra queste Inps e Asp.

 


“Si è avviata – spiega la direttrice Gisella Rizzo – una collaborazione col territorio e con la popolazione dell’isola che non ha precedenti. Basti  pensare che 15 tunisini, tra i tantissimi sbarcati della Primavera araba, per ripararsi dal freddo delle notti, trovarono rifugio davanti all’ufficio postale”. 

 Giuseppa Ciavirella

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