In questa operazione, chiamata Bancomat, “non ci sono pentiti – ha detto il procuratore aggiunto Leonardo Agueci -. “È stata possibile grazie a un funzionario che nel 2008 si era accorto che in una branca della Ragioneria c’era qualcosa che non quadrava”.
“Per non essere scoperti i dipendenti comunali finiti in manette hanno gonfiato lo stipendio ad altri 500 lavoratori. Un escamotage per cercare di non essere identificati tra gli unici beneficiari della truffa – ha detto Luigi Velardi, comandante della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Palermo – . Non si è proceduto nei confronti dei 500 dipendenti del Coime perché nel corso dell’inchiesta le somme sono state recuperate”. Quattro le persone finite in carcere e una ai domiciliari. Sei i provvedimenti di sospensione dal pubblico ufficio.(ANSA).
Serena Freni
Strettoweb