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Da Anna Maria Tarantola, presidente Fondazione Pontificia Centesimus Annus Pro Pontefice a Nunzia Ciardi, vicedirettore generale Agenzia per la Cybersicurezza nazionale; da Monica De Virgiliis, presidente Snam a Claudia Cattani, presidente Bnl Bnp Paribas; da Francesca Mariotti, direttore generale Confindustria a Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata de Il Sole 24 Ore.

Sono soltanto alcuni dei nomi di spicco di Donne sole al comando?, il titolo della 23/ma edizione di Donna Economia & Potere, il seminario internazionale della Fondazione Marisa Bellisario, in programma venerdì pomeriggio e sabato prossimi, a Palermo, nel Convitto nazionale “Giovanni Falcone”, con il patrocinio del Senato, della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei ministri, in media partnership con Rai – Radio Televisione Italiana, Il Sole 24 Ore e il Gruppo Hearst.

Due fitte giornate di dibattito, che saranno aperte venerdì 6, alle 14.30, da Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario e dai saluti di Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, Marcella Cannariato, referente Sicilia per la Fondazione Marisa Bellisario, Concetta Giannino, rettrice del Convitto nazionale Giovanni Falcone.

Coordina i lavori Silvia Vaccarezza, giornalista del Tg2. “In queste due giornate – ha spiegato la presidente Lella Golfo – parleremo di politica, di sostenibilità e demografia, di giustizia e lavoro, di Intelligenza Artificiale e cultura. Anche di violenza, laddove si annidano tutti gli stereotipi che rendono la nostra libertà ancora così fragile. Lo faremo da protagoniste, come sempre, ma con qualche sicurezza in più e con la certezza che è questo il tempo per costruire un domani che ci rappresenti. La consapevolezza che la nostra leadership – aggiunge – è un progetto collettivo, che si chiarisce e definisce nel confronto e nella condivisione, che nasce dalla capacità di includere, dalla volontà di cambiare non un destino individuale ma quello della generazione che seguirà. La strada l’hanno indicata loro, le ragazze iraniane con il loro inno: Donne, vita, libertà”.