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Immagine   Anticamente, quando si voleva dare del cornuto a qualcuno, a Palermo si era soliti dire: “Si bbonu pa fera di crasti” ; volendo con ciò significare che il tizio in questione, per la magnificenza delle sue corna frutto dei muliebri tradimenti, avrebbe sicuramente fatto la sua bella figura nella annuale Fiera dei crasti. Questa fiera ormai scomparsa, faceva parte di quella Palermo del settecento ricca di avvenimenti, di feste, di stranezze, di mistero e di credenze popolari che rendevano la città unica, affascinante ed a volte incomprensibile. Cosa era questa fiera, come, quando e dove si svolgeva ben lo descrive G. Pitrè nella sua opera “La vita in Palermo cento e più anni fa” pubblicata agli inizi del novecento e dove a tal proposito testualmente si legge:

 

“La fiera dei crasti era sempre un lieto avvenimento pasquale, che dal piano di S. Erasmo con gran piacere del pubblico passava nel piano di Santa Oliva, lunghesso i muri del firriato di Villafranca, ora compreso tra le due piazze Castelnuovo e Ruggiero Settimo. Centinaia, migliaia i castrati che si sgozzavano per divozione gastronomica presso le urne d’acqua sotto la piramide commemorativa della Giostra (oggi imboccatura di via Paternostro in via Villafranca). Bene avrebbe voluto qualche senatore restituire queste fiere all’antico posto……………….” 

 

      Si parla come detto del settecento, quindi oggi di anni ne sono passati quasi trecento; val sempre la pena comunque rivivere anche solo attraverso queste interessanti testimonianze le suggestive atmosfere di una città dal grande passato e dall’altrettanto grande cultura che è certamente l’orgoglio della nostra Sicilia  di cui val sempre ben la pena parlare per conoscerne i molteplici aspetti. Quindi visto che riapre la Fiera del Mediterraneo mi vien da pensare: E se un giorno tornasse pure la vecchia Fera di Crasti ?!