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PALERMO – Saracinesche abbassate e grandi applausi: non appena il feretro è uscito dalla chiesa di Santa Maria della pietà, nel quartiere Kalsa di Palermo, sono partiti i fuochi d'artificio e sono state liberate in volo colombe bianche. Questo il funerale di Antonino Cinà, cognato di Ottavio e Piero Abbate, che si trovavano in testa al corteo. Sarebbe mancato all'appello soltanto Luigi Abbate (conosciuto come "Gino u' mitra"), detenuto in carcere, perché ritenuto capomafia della zona. Gli ossequi di un intero quartiere sarebbero stati destinati proprio alla famiglia Abbate. 

A riportare la vicenda, l'edizione di Palermo de La Repubblica. Nonostante si trovi in carcere, Luigi Abbate sarebbe stato intercettato mentre parlava con i mafiosi di un altro clan, nel tentativo di riscuotere i soldi di una partita di droga. Il corteo funebre è stato ripreso e seguito dagli agenti della Squadra mobile. Al di fuori del quartiere suonavano i clacson delle auto bloccate nel traffico e, nel frattempo, ad alcuni operatori della Rap era stata affidata la "chiusura" della piazza.

Il questore Guido Longo avrebbe annunciato la volontà di denunciare la ditta che ha curato i fuochi d'artificio e chi ne ha fatto richiesta.