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01Palazzo Mirto è uno dei musei più noti della città di Palermo. Palazzetto Mirto invece è sede della prima Sovrintendenza del Mare creata sulla Penisola.

La dimora nobiliare di origine duecentesca, ospita infatti tra le mura una collezione inestimabile.
Il ricco palazzo di via Merlo 2, nell’antico quartiere arabo della Kalsa, a Palermo, fu costruito in primis nel XIII secolo, ma i più importanti rimaneggiamenti avvennero nel Cinquecento e nel Seicento.
Per quattro secoli, questa preziosa dimora fu abitata dai discendenti della famiglia Filangeri, una delle più importanti casate di origine normanna, che si stanziarono presso le aree del Regno d’Italia, intorno al XI secolo.

I Filangeri, come i Sanseverino e i Gravina, facevano parte dello stesso ceppo araldico, quello ciò che prendeva origine dal noto e leggendario capostipite Angerio, cavaliere della stirpe dei Duchi di Normandia. Di lui si ha notizia già nel 1069, quando giunse in Italia a seguito di Tancredi d’Altavilla.

Abbo Filangeri fu il primo discendente del ramo siciliano, ma soltanto il suo primo erede, Giuseppe Filangeri e De Spuches venne intitolato primo Principe di Mirto; titolo che poi diede il nome al palazzo nobiliare. Era il 1642. Di quel secolo, il palazzo oggi custodisce preziosi arredi che si vanno ad affiancare a quelli in stile settecentesco e ottocentesco introdotti dai discendenti. Fu proprio il XIX secolo a caratterizzare lo stile del palazzo; per via di nuovi lavori che ne modificarono radicalmente il volto.

Al suo interno ceramiche, dipinti e vetri antichi: come quelli presenti sui ricchissimi lampadari di Murano, o dei pannelli laccati con motivi dorati provenienti dalla Cina. Di particolare rilievo è anche il fumoir con pavimento in cuoio e la fontana rocaille decorata con pitture vegetali di sicuro effetto tromp l’oeil, che si trova sull’ampio terrazzo.

I discendenti della nobile casata normanna vennero anche ad imparentarsi con i Tomasi di Lampedusa; i Filangeri Principi di Cutò erano infatti gli avi della madre di Giuseppe Tomasi. Successivamente, le vicende amorose e sociali dei Filangeri si intrecciarono ai Lanza. Nel 1830 Vittoria, ultima dei Filangeri, si unì a Ignazio Lanza Branciforte, conte di Raccuja, per dare vita alla casata dei Lanza-Filangeri, i cui eredi rimasero a palazzo fino al 1982.

Il palazzo è oggi di intendenza della Regione Siciliana, che lo ha trasformato in un prezioso museo in cui è possibile ancora ammirare, oltre alle bellezze già citate, anche porcellane e arazzi d’epoca.

Palazzo Mirto non è però da confondere con Palazzetto Mirto, eretto in via Lungarini 9.
L’edificio storico costruito tra XV e XVI secolo, apparteneva infatti inizialmente alla famiglia pisana dei Palmerino, in città già dal 1432. Nel 1686, un documento attesta la vendita della dimora Palmerino alla famiglia Mirto, che a poca distanza possedeva il noto palazzo aristocratico.

Anche Palazzetto Mirto subì una serie di lavori, che ne cambiarono completamente le sembianze originarie: prima nel Seicento, con l’aggiunta di un portale di epoca tardo-barocca, poi quando venne ordinato un completo rifacimento secondo il gusto neoclassico in voga nell’Ottocento. Dal 2004 è sede della prima Sovrintendenza del Mare istituita in Italia.

Autore | Enrica Bartalotta